Top 500+ 2020, Brianza solida finanziariamente e resiliente: una azienda su tre manterrà gli investimenti, ma servono politiche attive – VIDEO

Edizione in streaming, e non nel salone della Villa Reale come tradizione, per la presentazione della Top 500+ 2020, la classifica delle migliori 800 aziende della Brianza. Le imprese del territorio hanno affrontato l’anno del Covid solide finanziariamente e molte di loro sono pronte a confermare gli investimenti. Ma vanno sostenute. La ricerca in edicola con il Cittadino di giovedì 17 e sabato 19 dicembre, ecco la Top 10.
Presentazione Top 500+ 2020
Presentazione Top 500+ 2020

Presentazione digitale per la Top 500+ 2020. La classifica delle eccellenze brianzole, infatti, non è stata annunciata nel salone della Villa Reale come negli anni scorsi, ma con un incontro
che si è svolto in streaming
al quale ha partecipato anche il ministro dello Sviluppo Economico Stefano Patuanelli. Una ricerca che questa volta oltre alle aziende monzesi ha riguardato anche quelle della zona di Lodi, territorio che insieme a Milano, Pavia e la Brianza, viene rappresentato da Assolombarda, l’associazione degli industriali che, insieme, a PwC, Banco Bpm e il Cittadino, ha promosso, ancora una volta, uno studio importante sull’economia della provincia. È stata presentata la classifica delle 800 migliori aziende della Brianza, anche se i dati dei bilanci 2019 sono troppo lontani per descrivere la situazione economica dei territori, messa alla prova dalla diffusione del virus.

LA PRESENTAZIONE DI LUNEDÌ 14 DICEMBRE

La ricerca ha puntato, insomma, proprio su questo, interpellando le aziende sugli effetti dello tsunami Covid sulla loro attività, cercando di capire quali sono le prospettive. Ebbene, nonostante le difficoltà, la perdita di un miliardo di export, molte imprese confermano gli investimenti pianificati. Anzi, oltre il 30 per cento li manterrà inalterati.
Frutto anche della solidità finanziaria delle imprese, certificata da una survey che PwC ha realizzato su 300 aziende insieme al Centro Studi di Assolombarda (rappresentata da Valeria Negri) da sempre motore dell’iniziativa con le sue analisi dei dati e, in questo caso, dei pareri degli imprenditori sondati per l’occasione. In prima linea, in questa resistenza agli effetti del virus, ci sono le aziende del manifatturiero.

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Presentazione Top 500+ 2020

Per sfruttare al massimo la resilienza delle aziende occorre però avere le idee chiare: «Oggi più che mai, mentre torna a scendere il clima di fiducia di imprese e consumatori, occorre tracciare in modo chiaro una direzione Paese. Invece, in questi mesi abbiamo solo assistito a una successione di provvedimenti di emergenza – ha dichiarato Alessandro Spada, presidente di Assolombarda – La stessa Legge di Bilancio non sembra prevedere fondi nazionali diretti agli investimenti nelle linee strategiche del futuro del Paese, se non attraverso Next Generation EU. Quindi subordinando a dinamiche sovranazionali le principali misure di interesse delle imprese, come Transizione 4.0. Dobbiamo, inoltre, accelerare sul Recovery Fund, che sta mettendo in luce una preoccupante incapacità del Paese di predisporre piani di investimento puntuali e progetti dettagliati».

Il ministro Patuanelli ha condiviso la necessità di sostenere le imprese e il Paese attraverso la digitalizzazione e la sburocratizzazione. Alla presentazione ha partecipato anche Andrea Dell’Orto, presidente della sede di Monza e Brianza di Assolombarda («Le imprese di Monza e Brianza hanno saputo reagire alla crisi del 2009 e anche ora stanno dimostrando che investendo su ricerca e innovazione possono guardare al futuro», ha detto), il presidente di Lodi Francesco Monteverdi e con loro Luca Manzoni, responsabile Corporate di Banco Bpm, Giovanni Andrea Toselli, presidente e ad di PwC Italia (con i partner PwC Francesco Ferrara e Stefano Bravo) e Fabrizio Sala vicepresidente della Regione. La conduzione è stata affidata alla giornalista Rai Monica Maggioni.

Il momento è particolarmente difficile dal punto di vista occupazionale. A marzo quando finirà la cassa integrazione e il blocco dei licenziamenti diverse aziende potrebbero avere bisogno di ristrutturarsi e di rinunciare a parte del personale. Per questo anche Assolombarda chiede di puntare sulle politiche attive per garantire a chi perderà il lavoro di riqualificarsi per trovarne un altro.

La fotografia della Brianza. Le 800 migliori realtà imprenditoriali della provincia di Monza e Brianza che rientrano nella classifica 2020 del “TOP 500+” hanno ricavi che vanno da 8,9 milioni a 3,9 miliardi di euro: il fatturato complessivo (record anche quest’anno) è di 53,7 miliardi euro e il risultato di esercizio in somma algebrica è pari a 1,5 miliardi.

La top 10 dei fatturati: 6 aziende oltre il miliardo di euro. In cima alla classifica, le prime 6 aziende superano il miliardo di euro di fatturato: prima Esprinet S.p.A. (Vimercate), seconda Mediamarket S.p.A (Verano Brianza), terza STMicroelectronics S.r.l. (Agrate Brianza), quarta BASF Italia S.p.A. (Cesano Maderno), quinta Candy S.p.A (Monza), sesta Decathlon Italia S.r.l. (Lissone). Seguono altre quattro aziende, che completano la top 10, con fatturati superiori ai 700 milioni di euro: settima Roche S.p.A. (Monza), ottava SOL S.p.A. (Monza), nona Gruppo Fontana (Veduggio con Colzano), decima Vender S.p.A. (Brugherio).

«Il Digital Economy Social Index 2020 vede l’Italia, in quartultima posizione solo prima di Romania, Grecia e Bulgaria. Scomponendo l’indice però emerge che il forte ritardo è sul Capitale Umano – commenta Andrea Toselli, Presidente e AD di PwC Italia – Questo, valido per l’intero Paese, può essere un punto di attenzione anche in aree più avanzate come Monza e Brianza dove le imprese per continuare ad eccellere devono investire per renderne più veloce l’evoluzione digitale. Considerando inoltre che, nelle aziende con meno di 50 addetti più dell’80% ha un livello basso o molto basso di digitalizzazione, quota che scende a meno del 45% tra le grandi, è evidente la necessità di colmare questo “gap digitale”. L’occasione del Recovery Plan, che assegna quasi 50 miliardi di euro per interventi di digitalizzazione ed innovazione, può essere fattore di evoluzione del capitale umano e di riduzione del gap digitale tra imprese grandi e PMI. Occorre, nel contempo, evitare il rischio che la possibile complessità di accesso ai fondi penalizzi le aziende più piccole».

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