Licenziamenti dimezzati all’Adac di Monza. Le uscite dall’azienda, comunque su base volontaria, saranno 8 e non 16, inizialmente ipotizzato dalla società come numero massimo dei tagli. E se nessuno dei 62 lavoratori attuali volesse lasciare il posto, peraltro con un incentivo più che dignitoso, la situazione verrebbe gestita ricorrendo all’assegno di solidarietà, spalmando cioè su tutti la riduzione di orario e mantenendo i posti di lavoro, sfruttando anche l’intercambiabilità di dipendenti in grado di ricoprire più ruoli in virtù della loro esperienza.
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Non solo la trattativa portata avanti in questi mesi dalla Filcams Cgil Monza Brianza ha permesso di ottenere anche altri risultati. Le attività relative al settore sanitario, vale a dire l’aiuto fornito dagli uffici di via Borgazzi ai soci dell’Automobile club tedesco che in viaggio in Italia dovessero avere problemi di salute, rimarranno per il 50% in Brianza fino a ottobre 2022, mentre dovevano essere trasferite completamente a Barcellona entro marzo dell’anno prossimo.
Sono i risultati ottenuti nella trattativa svolta in sede locale che ha portato in prima istanza a usare ammortizzatori sociali fino alla fine dell’anno per cercare di gestire la situazione e ottenere il mantenimento dei livelli occupazionali. Per il caso è stata aperta anche una procedura di consultazione straordinaria chiesta dal Comitato aziendale europeo, che riunisce i rappresentanti dei lavoratori delle sedi Adac nel Vecchio Continente.
«Si può fare una prima valutazione positiva dei risultati finora ottenuti grazie alla lotta delle lavoratrici e dei lavoratori -dice Matteo Moretti, segretario generale della Filcams Cgil Monza e Brianza- Adesso si tratta di consolidare queste conquiste e lavorare per il mantenimento dei livelli occupazionali nel nostro Paese. La decisione di mantenere in Italia il 50% delle attività del settore sanitario che deve essere rafforzata e resa strutturale riconosce le ragioni della lotta dei lavoratori di Adac. Sono stati evitati i licenziamenti collettivi traumatici attraverso la condivisione di strumenti di gestione alternativa».
Grande assente nella trattativa il ministro del Turismo Massimo Garavaglia che nonostante gli appelli anche del sindaco di Monza e del presidente della Provincia non si è interessato della vicenda.