La Brianza si prepara al Tax Day: 500 euro a famiglia per Imu e Tasi

Il “bimestre nero delle tasse” è arrivato a passi da gigante anche in Brianza. Martedì il Tax day per famiglie e imprese. Il “conto” complessivo è di 200 milioni, una botta da 500 euro a famiglia almeno. E la rata di dicembre potrebbe subire ritocchi.
Il pagamento dell'Imu
Il pagamento dell’Imu

Il “bimestre nero delle tasse” è arrivato a passi da gigante anche in Brianza. Entro la metà di giugno sono ben 13 le scadenze fiscali che famiglie e imprese dovranno versare all’erario, altre 9 attendono i contribuenti entro il 16 luglio.

Secondo i calcoli della Cgia di Mestre ammonta a oltre 56 miliardi di euro il carico impositivo che entro martedì 16 giugno sarà necessario versare in tasse in Italia. Altri 33,6 miliardi sono attesi con la scadenza del 16 luglio. Oltre a Iva, Imu, Tasi e Tari è necessario versare entro martedì le ritenute Irpef, le addizionali Irpef comunali e regionali, l’Ires e l’Irap. Entro il 16 luglio, tornano le ritenute Irpef per dipendenti, collaboratori e lavoratori autonomi, le addizionali Irpef regionali e comunali, l’Ires, l’Irap e l’Iva.


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Un’elaborazione dell’ufficio studi della Camera di commercio di Monza su dati del Ministero dell’Economia e dell’Istat ha stimato che nel 2014 ha raggiunto i 390 milioni di euro il gettito in provincia solo per Imu e Tasi, pari a circa 1100 euro per famiglia. Siccome la prima rata, quella che scade martedì, è il 50%, facile calcolare una botta superiore ai 500 euro a famiglia. Che potrebbero aumentare a dicembre in caso di ritocchi alle aliquote.

Un gruzzolo che quest’anno potrebbe lievitare dal momento che è nelle possibilità dei comuni ritoccare al rialzo le aliquote di Imu e Tasi. Così, se ora a molti contribuenti potrà sembrare di non subire aumenti, con l’accertamento di dicembre potrebbero venire a galla spiacevoli sorprese. Sindacati e associazioni si sono, quindi, messi sul piede di guerra.

«L’Ocse ha sottolineato che l’Italia occupa la seconda posizione tra i Paesi evoluti per distribuzione diseguale delle ricchezze – esordisce il segretario generale della Cgil, Maurizio Laini – e l’Istat non perde occasione di ricordarci che, nel nostro Paese, il numero dei poveri è più che raddoppiato negli ultimi sei anni».

Ma non è tutto, per il segretario della Camera del lavoro brianzola, dal momento che nel frattempo «continuiamo a registrare oltre 100 miliardi di euro all’anno di evasione fiscale, un volume enorme di soldi che potrebbe già in parte essere limato con il 20% di recupero di questi fondi. Perché, anche in Brianza, in troppi continuano a perdere il lavoro o a cercarlo invano – sottolinea – soprattutto tra i giovani. Ma, il sistema fiscale non fa differenze, anzi si continua a tassare il lavoro dipendente e a mantenere i privilegi di chi ha redditi altissimi e patrimoni».

«Il federalismo non ha fatto altro che incrementare il carico fiscale su lavoratori e imprese – fa eco Marco Viganò, segretario generale Cisl – mentre tassare patrimoni e rendite resta un’eresia. Per questo, stiamo raccogliendo le firme a sostegno della nostra proposta di legge di iniziativa popolare per un fisco più equo. Le tasse sul lavoro sono insopportabili e una riforma del fisco non è più rinviabile».

Del resto, «i segnali, come la diminuzione dell’Irap e gli 80 euro in busta paga, ci sono – riflette il segretario dell’Unione Artigiani, Marco Accornero – anche se l’alleggerimento del fardello fiscale che opprime chi fa impresa resta un’illusione. Permangono, così, tasse sui capannoni, seppure siano beni strumentali. E tasse sui rifiuti sebbene gli imprenditori provvedano da sé a smaltire i rifiuti speciali che producono», è la sua conclusione.

«I segnali di ripresa sono per ora confinati in +0,5% per i consumi e in un +0,7% per gli occupati ad aprile in Italia – è il commento di Carlo Alberto Panigo, presidente Unione Commercio di Monza alla vigilia della scadenza fiscale di giugno- un sollievo talmente lieve che non riusciamo ad avvertirlo. E sulle nostre teste pende lo spettro delle clausole di salvaguardia che porterebbero all’innalzamento dell’Iva e ad una ennesima contrazione dei consumi».