Coronavirus, Solaro: all’Electrolux una app per mappare il contagio

Electrolux sta sviluppando una app per monitorare il contagio tra i lavoratori. È in fase di verifica. Si chiama Awms, è stata sviluppata da una start up innovativa padovana, e funziona così: il lavoratore la scarica, su base volontaria, sul proprio smartphone e prima di iniziare il turno risponde a un mini questionario con tre domande sul suo stato di salute, su quello delle persone che vivono con lui e ad esempio se si è recato in un luogo affollato
Le barriere in plexiglass all’ordine del giorno anche all’Electrolux
Le barriere in plexiglass all’ordine del giorno anche all’Electrolux Diego Marturano

È stato lunedì il giorno di ripartenza per lo stabilimento Electrolux di Solaro, uno dei grandi centri produttivi rimasti sul territorio con i suoi circa 600 dipendenti. Ovviamente, per ricominciare azienda e sindacati hanno sottoscritto un accordo che definisce tutte quelle misure di sicurezza e condizioni organizzative necessarie a garantire, in coerenza con le modalità e i tempi di ripresa previsti dai provvedimenti del Governo, lo svolgimento dell’attività lavorativa in piena sicurezza.

Inoltre in questi giorni Electrolux, così come Ferrari tanto per fare un esempio di un’altra grande azienda al momento della ripresa in Italia, sta sviluppando un app al fine di mappare il contagio. Si chiama Awms, è stata sviluppata da una start up innovativa padovana, e funziona così: il lavoratore la scarica, su base volontaria, sul proprio smartphone e prima di iniziare il turno risponde a un mini questionario con tre domande sul suo stato di salute, su quello delle persone che vivono con lui e ad esempio se si è recato in un luogo affollato. L’algoritmo incrocia quindi le risposte con il database della protezione civile e l’app reagisce restituendo un responso che contiene l’indice di rischio Covid: risposte ok si entra in azienda, risposte negative si torna a casa in attesa di verifiche. L’azienda verrà avvisata solo in caso di reale pericolo.

Non è ancora utilizzata, ma in fase di verifica. Al momento le parole d’ordine sono: informazione, sensibilizzazione e coinvolgimento, di tutti i lavoratori sulle misure di prevenzione e sicurezza. I turni di lavoro sono stati distanziati di un’ora per permettere la sanificazione delle postazioni e dunque si lavora dalle 6 alle 12 e dalle 13 alle 19. La procedura comincia ben prima dei cancelli: i lavoratori sono chiamati a presentarsi muniti di mascherine e guanti, all’ingresso avviene la misurazione della temperatura seguendo un percorso di distanziamento segnalato al suolo da opportune indicazioni, vengono poi consegnati i dispositivi di protezione individuale, mascherina Ffp3, occhiali e visiere.

Sempre seguendo un percorso segnalato si raggiunge la postazione di lavoro, anche in questo caso delimitata da misure di sicurezza oppure da pannelli di plexiglass. Ingressi e uscite sono divisi e separati. In mensa si mangia tra due barriere di plexiglass proprio per limitare le possibilità di contatti tra lavoratori. Molto peggiore la situazione in Gianetti Ruote a Ceriano: i sindacati hanno già fatto notare che i protocolli interni non sono sufficienti. Nessuna misurazione della temperatura e nessun obbligo di utilizzo delle mascherine, ma solo postazioni distanziate. Situazione molto simile a quella che aveva portato allo sciopero di marzo.