Gt Open a Monza, intervista a Rubens Barrichello: «La prima volta qui nel ’92, correre mi mantiene giovane»

Intervista al pilota brasiliano Rubens Barrichello in pista all'autodromo di Monza per il Gt Open.
Monza Gt Open Rubens Barrichello
Monza Gt Open Rubens Barrichello

Il detentore del record della pista brianzola torna all’Autodromo di Monza nel weekend dell’International Gt Open. Dopo una mattinata di prove libere bagnate, l’ex pilota Ferrari Rubens Barichello racconta al Cittadino il suo esordio in campionato ed il suo ritorno alle origini, in equipaggio con Giuseppe Cipriani al volante della Huracan del Barone Rampante.

Gt Open a Monza, intervista a Rubens Barrichello: sulla Huracam del Barone Rampante, com’è nata la collaborazione

«Ho seguito il Gt Open tutto l’anno, perché mio figlio Fernando corre in Euroformula, un campionato che si disputa nelle stesse date – spiega il due volte vicecampione del mondo di Formula 1 – Mi sono imbattuto nel paddock nel Barone Rampante, e ho detto a Giuseppe: “Se vinci il campionato prima della fine corriamo insieme a Monza”».

La storia tra il Barone Rampante ed il campione brasiliano nasce poco più di trent’anni fa, nel 1992, quando proprio a Monza il destino della scuderia di proprietà dell’imprenditore veneziano, leader nel settore della ristorazione, e dell’allora diciannovenne pilota sudamericano s’intreccia per la prima volta in Formula 3000.

Monza Gt Open Barrichello auto
Monza Gt Open Barrichello auto

«Mi ricordo molto bene della mia prima volta a Monza. Era il 1992 e a correre in pista con il Barone Rampante c’era Alex Zanardi. Per me lui è sempre stato un fenomeno e qui ho potuto imparare dal migliore – racconta Barichello – guidare a Monza per me è sempre stata una gioia: come pilota Ferrari qui ho potuto sentire la passione, e generalmente mi sono sempre trovato molto bene. Non ho mai vinto due volte sullo stesso circuito in Formula 1 tranne qui: a Monza ho tre vittorie».

Gt Open a Monza, intervista a Rubens Barrichello: l’amore per le corse e la passione di correre nella Le Mans Series con i figli

L’oggi cinquantaduenne Barichello ama ancora correre, “lo mantiene giovane”, ma soprattutto ama vedere che i suoi figli sono cresciuti liberi di innamorarsi di uno sport che a lui ha dato molto.

«Da quando ho lasciato la Formula 1 corro in Brasile nel campionato Stock Car. Il mio sogno è correre con i miei figli, Fernando ed Eduardo nella Le Mans Series – continua il pilota – vedere che ai miei ragazzi piace il Motorsport è la cosa più bella. Crescendo gli ho sempre detto di non fare questo lavoro solo perché lo fa anche il papà, ma loro amano i motori e per me è una gioia».

Gt Open a Monza, intervista a Rubens Barrichello: la “nuova Monza” e l’ultima volta

Tornando alla pista, Barichello non commenta ancora la “nuova Monza”, ma solo perché nel corso della sessione di prove mattutine la troppa pioggia, dice, gli ha impedito di vedere molto. L’ultima volta nell’autodromo brianzolo era stata un paio di anni fa, quando era sceso in pista per gareggiare con degli amici della Porsche ma, ripercorrendo i propri ricordi, rivela che purtroppo la squadra non era molto ben assortita e che di conseguenza la gara era stata un disastro.

Gt Open a Monza, intervista a Rubens Barrichello: la Formula 1 moderna e le promesse sudamericane

Sulla Formula 1 moderna e sulle promesse sudamericane nella massima categoria di corse automobilistiche che per due volte, nel 2002 e nel 2004, lo hanno incoronato vicecampione del mondo, Barichello commenta: «In America del Sud ci sono buonissimi piloti. Il mondo del motorsport sudamericano non ha mai smesso di forgiarne di competitivi. Purtroppo però la Formula 1 di adesso è una categoria dove vince di più chi ha più soldi. Spero che Gabriel Bortoleto arrivi davvero in Formula 1 perché è impressionante pensare che l’ultima vittoria di un brasiliano nella categoria sia stata mia, proprio qui a Monza nel 2004».