Monza – ‘Sexgate padano’: processo in vista per l’ex assessore provinciale alla sicurezza (nonché ex politico della Lega) Luca Talice, accusato di violenza sessuale e atti osceni in luogo pubblico. La procura di Monza (responsabile del fascicolo è il pm Alessandro Pepè, esperto di reati in materia sessuale) ha depositato martedì la richiesta di rinvio a giudizio nei confronti del brianzolo, ex esponente lumbard, travolto dallo scandalo dopo la denuncia di due giovani consiglieri comunali di Seregno, Davide Giannobi 27 anni e Federica Forcolin di 23, anch’essi ex militanti del partito del Carroccio.
Il piccolo ‘sexgate’ padano che ha travolto Luca Talice è scoppiato ad inizio anno. Da allora, il pm Alessandro Pepè ha sentito le due parti offese e alcuni loro conoscenti, ai quali era stato confidato della denuncia: tutti esponenti del mondo politico di Seregno, da cui provengono i protagonisti della vicenda, come l’assessore Marco Formenti, il sindaco Giacinto Mariani, il vice Attilio Gavazzi, il consigliere comunale Maria Teresa Viganò. Testimonianze che, secondo la difesa di Talice, sono troppo generiche. Inoltre, il ha disposto un accertamento tecnico mirato a ricostruire lo scambio di messaggi tra l’ex assessore provinciale e i due, cresciuti nel Movimento Giovani Padani proprio come Talice.
Proprio da questo scambio di messaggi, l’accusa potrebbe aver trovato qualche riscontro ai racconti delle due parti offese. Alcuni di questi messaggi sarebbero interpretati dalla pubblica accusa, come un frase in codice per richiedere prestazioni sessuali. In particolare l’invito a “passare in negozio ad aggiustare gli occhiali” da parte di Talice, che di professione fa l’ottico, rappresentava, secondo le tesi dell’accusa, una pretesa dell’ex assessore leghista a soddisfare le sue esigenze.
I due consiglieri comunali, hanno raccontato di episodi anche molto datati nel tempo, ma si sarebbero decisi a denunciare solo dopo essersi confidati l’uno con l’altra. In un episodio risalente al 2007, la 23enne avrebbe avuto un rapporto con l’ex politico provinciale nella macchinetta per le foto tessera vicino all’ufficio anagrafe del municipio. Da qui, deriva anche l’accusa di atti osceni, contestata all’ex rappresentante della provincia di Monza. L’accusa di violenza sessuale, deriva da un presunto senso di costrizione che le vittime avrebbero avuto nel sottoporsi a pratiche sessuali, anche estreme, che sarebbero state estorte dall’ex assessore ‘lumbard’. Accuse sempre respinte con decisione da Talice.
Federico Berni