Vimercate, il caso GClub:tesserata, la Curti si dimette

Vimercate, il GClub e gli abusiGiambelli sana con 5mila euro

Vimercate – Come una biglia che rotola su un piano inclinato. Lanciata a fine novembre in consiglio comunale dall’opposizione, oggi la vicenda delle mancate autorizzazioni alla palestra-centro benessere GClub delle Torri Bianche investe la giunta e rovescia la poltrona dell’urbanistica, a pochi mesi dal rinnovo elettorale. L’assessore alla partita Laura Curti ha rassegnato le dimissioni. La sua nota è stata protocollata il 10 dicembre e il sindaco Paolo Brambilla l’ha accettata dopo dieci giorni. Un passo che l’ex assessore ha compiuto ammettendo di possedere una tessera omaggio d’ingresso al GClub e di averla utilizzata una decina di volte tra la fine di ottobre e i primi dieci giorni di novembre, circostanza di per sé irrilevante non fosse che in consiglio comunale, il 22 novembre, si discuteva la variante che doveva autorizzare la società Giambelli, proprietaria della struttura, a ingrandire quella palestra che già funzionava, pur senza titolo commerciale, che già era stata ampliata da mesi e che l’assessore, con un altro migliaio di iscritti, già frequentava.

In aula il dibattito si era concentrato non sulla sostanza dell’iter urbanistico, che ha poi visto tutti favorevoli, ma sul rispetto delle regole da parte degli operatori, comunque passibili di sanzione, e sugli obblighi della politica. Nella sua lettera, Curti ascrive la decisione di dimettersi al “clima avvelenato” che traspare dalla stampa, spiega di essersi iscritta alla palestra per problemi di salute, di non aver in alcun modo “collegato questa personalissima e risibile vicenda a un iter amministrativo che ho considerato e considero banale, normale, dovuto e di buon senso”, sottolinea di non avere mai agevolato la società Giambelli in generale né in questo frangente, di non votare in consiglio comunale, di non istruire pratiche e controlli di procedure che spettano ai tecnici, di “aver portato avanti una pratica convinta della sua sensatezza, del manifesto interesse pubblico”. In sintesi: pone ed esclude l’eventualità di un conflitto d’interessi. Ma elude il tema che le ha reso impossibile restare: la credibilità.

In aula, il 22 novembre, Curti, pressata dall’opposizione, dichiarò: “Potranno essere eseguiti i lavori di ampliamento a seguito della deliberazione di questa sera”, e già sapeva, avendola frequentata, che la palestra funzionava a pieno regime. È qui che il dato personale annebbia il ruolo di responsabilità pubblica e di garanzia. “Inopportunità del tuo comportamento”, così il sindaco Paolo Brambilla ha bollato la condotta dell’ex assessore, pur sottolineandone il lavoro grande e adamantino svolto, accettando le dimissioni e tentando di circoscrivere un’ambiguità che, altrimenti, rischia di minare la credibilità dell’intero esecutivo.
Anna Prada