Vimercate – L’accordo sul prolungamento fino a febbraio della cassa integrazione, ampliata fino a 390 unità, resta in discussione, e l’intesa non appare affatto scontata. Mentre sullo sfondo domina la questione più importante, quella del rilancio di ex Celestica del quale si parla ormai da quattro anni e che, dicono i sindacati, sembra rarefarsi con il passare dei mesi.
«Mercoledì l’azienda, a sorpresa, ha parlato di un esubero di un centinaio di lavoratori che dovrà essere gestito una volta chiusa la procedura di cassa, quindi dopo febbraio 2010. La tendenza è quindi di continuare a ridurre occupazione e industria, laddove le premesse, siglate a suo tempo con tutte le istituzioni e i soggetti coinvolti nel protocollo d’intesa, dicevano l’opposto», ha spiegato Claudio Cerri, segretario Fiom Cgil Brianza, dopo l’incontro di mercoledì tra sindacati, Bames e Gianni Rossoni, assessore regionale al lavoro.
Se il presidente della Provincia di Monza Dario Allevi si dice «soddisfatto», per le premesse di accordo sull’ampliamento della cassa da 210 a 390 unità, «il via libera di oggi è una vera e propria boccata di ossigeno per 390 famiglie» e comunque riconosce che «sul medio–lungo periodo permane invece una preoccupazione rilevante, visto che l’azienda non riesce ad assicurare un piano di investimenti certi per i prossimi mesi, anche alla luce della crisi internazionale”, per Cerri «l’incontro non è stato soddisfacente». Per quanto concerne la cassa, un prossimo confronto riproporrà i paletti che già in estate avevano condotto al mancato accordo, cioè la richiesta del sindacato sull’ampia rotazione e il meccanismo degli anticipi, che l’azienda vorrebbe delegare già da questo mese direttamente all’Inps.
«Se la questione della cassa è indubbiamente importante, perché significa affrontare urgenze immediate, ribadiamo ancora una volta che la questione vera si gioca sulla capacità reale e concreta di rilancio di questo sito –ha proseguito Cerri- Febbraio è dietro l’angolo, e una volta chiusa la cassa i nostri timori di un’ulteriore dismissione paiono farsi ancora più fondati dopo l’ultima sortita dell’azienda. Quando abbiamo siglato l’attuale procedura di cassa, lo scorso inverno, l’ammortizzatore sociale era agganciato a un preciso piano industriale che prevedeva, a seguire, l’ipotesi di svecchiamento dell’azienda con un’ottantina di persone, pensionabili, in uscita e altrettanti giovani in ingresso. Mercoledì l’azienda ha posto sul tavolo una prospettiva completamente diversa: cento esuberi e nessun turnover».
Uno scenario complessivo che i sindacati chiedono di approfondire e di contrastare nell’ambito del tavolo istituzionale che Regione Lombardia si era impegnata a convocare entro settembre e che ancora attende una collocazione in agenda. Nel frattempo, dopo il prossimo passaggio di discussione della cassa integrazione, sindacati e lavoratori potrebbero optare per una mobilitazione.
Anna Prada