Villasanta, corteo dei magi 2011La sfilata ha un quarto di secolo

Villasanta, corteo dei magi 2011La sfilata ha un quarto di secolo

Villasanta – Lo scorso anno, poco dopo la sfilata, don Ferdinando Mazzoleni pensava già al futuro e diceva: “l’anno prossimo faremo le cose in grande, si tratta della 25esima edizione”. La promessa è stata mantenuta con un Corteo dei Magi che ha regalato una suggestiva novità: una natività vivente proprio a due passi dal pulpito, alla quale i figuranti del tradizionale corteo si sono rivolti entrando in chiesa per la Santa Messa dell’Epifania. Un vero spettacolo, insomma, tutto in chiave sacra e con una premurosa attenzione ai dettagli. Gesù Bambino, neanche a farlo apposta, ha mostrato un temperamento angelico e, nonostante i pochi mesi di vita, avvolto in un panno bianco, ha sorriso per tutta funzione, tra le braccia della Madonna. Don Ferdinando, dal pulpito di Sant’Anastasia, ha esortato la comunità a “svegliarsi, a non fermarsi mai, a prendere esempio da questi ragazzi che hanno organizzato il Corteo e ai quali rivolgo i miei ringraziamenti”.

Anche perché la sfilata del 6 gennaio, si sa, è un’idea tutta del parroco, mutuata dall’esperienza a Seregno e coltivata con passione di anno in anno. I tre Re Magi-per un giorno (tra cui l’ex consigliere comunale Pierangelo Mapelli e il presidente di Lele Forever Roberto Brandazzi), al termine della predica, hanno pregato per le popolazioni mondiali, “quella del terzo mondo che ancora non conosce libertà”, “quella d’oriente perché trovi pace” e “quella europea perchè mantenga viva la fede”. Intanto gli altri 120 figuranti in costumi d’epoca sedevano nei primi banchi, tra tamburi e piumaggi sgargianti, tra turbanti, tuniche e portantine, in uno spettacolo di colori e compostezza che ha rapito i presenti.

Al termine della funzione, i fedeli hanno preceduto il corteo che ha sfilato ancora una volta fino all’oratorio femminile, in un silenzio rispettoso e lontano dal chiasso carnevalesco. Melchiorre, in testa, poco dopo il gonfalone della manifestazione, seguito dalla portantina carica d’oro e tesori, e poi Baldassarre con gli incensi fumanti e profumati e gli abiti dei figuranti di un blu profondo. A chiudere il corteo Gaspare con le giare di mirra e i volti mori dei suoi accompagnatori. Tutto tra le note delle zampogne e del Corpo musicale Villasanta che si è fatto parte del corteo. C’erano tutti volti della società sotto i trucchi e le maschere, politici e casalinghe, bambini e anziani, presidenti delle associazioni locali e ragazzi disabili. “Questa è tutta Villasanta” ha commentato una donna tra le ali di folla che hanno seguito il corteo in centro città e don Ferdinando, se l’avesse sentita, non avrebbe potuto fare atro che pensare di aver centrato ancora una volta l’obiettivo di una rievocazione in cui la comunità continua a specchiarsi dopo millenni.
Valeria Pinoia