Seregno – «Siamo davanti a un bivio e tocca solo a noi decidere da che parte andare». Detto così potrebbe sembrare uno di quegli incontri motivazionali oppure la voce di un navigatore satellitare, anche se questi di solito non danno possibilità di scelta. Impongono soltanto, con insistenza. E invece si parla di un concerto. È l’«Indietro popolo!» tour di Cisco, al secolo Stefano Bellotti, che ieri era ad Asti, venerdì sera è a Seregno all’Honky Tonky, sabato a Mantova e mercoledì ripartirà da Bologna.
È un viaggio a ritroso negli ultimi vent’anni di storia personale del cantante, a partire dai Modena City Ramblers, intrecciata a quella nazionale per capire cos’è successo e provare a parlarne. E ripartire, scegliendo la direzione migliore. In pratica, è una terapia di gruppo sul ritmo incalzante del folk, sempre più “combat”. Una musica irlandese, alla base, sempre più contaminata dai ritmi del mondo. In uno dei momenti più confusi di questa benedetta storia nazionale, tanto per cambiare.
«Sarà che siamo stati profetici? Il nome del tour è stato deciso ben più di un anno fa», scherza Cisco. E poi chiarisce: «Ora però io non vedo tutto al negativo perché la prima cosa, la più importante, è segnarsi gli errori fatti e prendere atto della situazione. Poi ripartire». Dal famoso bivio.
«Questo è un tour pensato per festeggiare i miei vent’anni di carriera, ma non è autocelebrativo. È più un viaggio nel tempo, dal ’92 fino a questi giorni. Con le recenti elezioni il cerchio un po’ si chiude. Perché in questi vent’anni il Paese non sembra essere cambiato molto, in mezzo ci siamo sempre noi. E allora balliamo».
Cisco Bellotti racconta mentre in furgone – perché ci sono cose che davvero non cambiano – raggiunge Asti insieme alla sua band futurista: Andrea Faccioli (chitarre), Bruno Bonarrigo (contrabbasso), Beppe Mondini (batteria), Simone Copellini (tromba), Patrick Wright (violino). «Si tratta di vent’anni di musica raccontati attraverso le mie canzoni e quelle coi Modena. Attraverso anche alcuni brani scritti proprio vent’anni fa e che calzano a pennello anche per l’Italia di oggi».
In mezzo a questa confusione politica? «Ironia e autoironia sono la risposta, per non uscirne con le ossa rotte. Poi bisogna imparare a divertirsi e divertire». Questo per il futuro, il passato invece? «Son tanti momenti stampati nella memoria, da quella sera del febbraio del ’92 che in un locale di Carpi mi cambiò la vita. Devo a quella volta per caso insieme a Modena il fatto di essere qui oggi a parlare di musica, a rilasciare interviste. Poi ci sono stati i viaggi in giro per il mondo: Sahara, Sud Africa, Cuba, Bolivia, Guatemala; e i concerti del primo maggio in piazza San Giovanni, l’impegno dopo l’addio al gruppo, i tanti incontri con colleghi importanti. Il bello di questo mestiere è proprio la possibilità del confronto continuo con persone che fanno lo stesso lavoro ma in modo diverso. Un esempio folgorante in questo senso ultimamente è stato il Piotta, Tommaso Zanello, una persona di grande intelligenza e apparentemente molto distante da me musicalmente. Tutti hanno qualcosa da insegnare, o – magari – da imparare a loro volta».
Il nuovo tour si costruisce sui grandi classici dei Modena City Ramblers fino all’ultimo disco di Bellotti, “Fuori i secondi” d’inizio 2012, che rappresenta a sua volta un’esortazione perché ognuno si assuma le proprie responsabilità “icrociando i guantoni col destino”. Un altro bivio, volendo. Mentre con l’anno nuovo è prevista l’uscita di un album live Volume 2, con brani inediti registrati con ospiti importanti, quelli con cui è bello confrontarsi: “Il cielo d’ Irlanda” con Massimo Bubola, “Il bersagliere” e altri live con Bandabardò, Ginevra di Marco, il coro delle mondine di Novi. Una volta superato il bivio, poi, si vedrà.
L’appuntamento intanto è per venerdì 1 marzo all’Honky Tonky di Seregno, in via Comina. Alle 22, ingresso 8 euro (con tessera Acsi – 5 euro e validità annuale – obbligatoria).
Chiara Pederzoli