Vedano Amarezza, sconcerto, rabbia, impotenza. Sentimenti profondi, provati qualche giorno fa da un giovane vedanese e dai suoi cari. Una giornata che si preannunciava come momento di svago e di gioia è diventava fonte di disagio per un’ingiustizia patita.
«Sono un giovane uomo di 27 anni, ho la sindrome di Down e penso che finora me la sono cavata benino. Vi racconto una cosa brutta che mi è capitata la scorsa settimana -spiega Dario Borgonovo-. Mio fratello Gigi mi ha chiesto se volevo andare a Gardaland per passare una giornata piacevole fra divertimenti e giostre. Non me lo sono fatto ripetere due volte e ho detto subito di sì. Mi pace molto salire sulle giostre, specialmente quelle che ti strapazzano un po’. Siamo arrivati e non stavo più nella pelle di provare le nuove attrazioni, visto che era un po’ di tempo che non ci andavo, ma … purtroppo c’è un «ma»: ogni volta che tentavo di salire su una giostra, venivo regolarmente «rimbalzato».
A questo punto, mio fratello ha chiesto spiegazioni. Un responsabile ha detto che nel regolamento di Gardaland è previsto che «gli ospiti con tipologìe di disabilità comportamentale e intellettiva» possano in pratica salire solo sulle giostre dei bambini! Per farla breve: a Gardaland, noi persone con la sindrome di Down siamo considerati meno di un bambino di quattro anni, perchè le giostre a cui siamo ammessi si possono contare sulle dita di una mano. Non ho potuto nemmeno vedere il film in 4D». Eppure, tre anni fa, durante la precedente gita al parco dei divertimenti non ci furono problemi.
«Non capisco -riprende Dario-: mi sono sentito molto offeso anche se non è una novità. Vorrei dire ancora una volta che noi siamo solo più lenti dei cosiddetti normodotati. Le cose, purtroppo per noi, le capiamo al volo: siamo solo incapaci di comunicare quanto abbiamo capito. Non siamo persone stupide, anzi. Io penso che siano più stupide le persone che ci considerano tali».
Dario è cintura marrone di judo, da anni fa equitazione e salto ad ostacoli, suona in una banda composta da persone normodotate. «Malgrado le belle parole, i disabili sono visti come un problema e quindi si fanno i regolamenti per far sì che i problemi non possano nascere».
ma.s.