Monza – Sarebbe dovuto essere la porta d’accesso al quartiere di Sant’Alessandro. E invece il cantiere avviato proprio sull’incrocio tra le vie San Rocco e Sant’Alessandro non solo ha danneggiato gli automobilisti della zona, ma ha anche peggiorato la situazione del quartiere, già sommerso dal cemento e dal traffico. Ex area industriale, l’incrocio tra le due vie era stato poi modificato perché diventasse edificabile secondo un progetto presentato durante l’amministrazione della giunta Faglia.
«L’idea era quella di rivalutare una zona da sempre poco avvantaggiata, chiusa tra la ferrovia e l’autostrada – ricorda il presidente della circoscrizione Tre, Pietro Zonca -. Il progetto prevedeva un’idea di riqualificazione dei parcheggi e l’introduzione di un’area verde per i cittadini. Di tutto questo nulla è stato realizzato». Nel 2009 è stato avviato un cantiere per la realizzazione di diversi appartamenti, a tutt’oggi però non ancora completato. «Una costruzione proprio in quel punto strategico non era certamente la scelta migliore – ammette Zonca -. Non solo perché la costruzione ostruisce oggettivamente la visuale, rendendo più difficoltosa la circolazione delle auto, ma anche perché per quell’area erano ben altri i progetti che si sarebbero potuti realizzare per valorizzarla davvero».
Un problema, quello della viabilità del quartiere Sant’Alessandro, da tempo al centro di studi e progetti, ma che «andrebbe analizzata nel suo insieme e non focalizzandosi di volta in volta sui singoli casi», precisa il presidente della Tre. La nuova viabilità del quartiere, infatti, passa attraverso quattro mosse indispensabili. Prima tra tutte l’apertura del sottopasso tra le vie Gentili e Borgazzi, un intervento richiesto da sempre all’unanimità dal consiglio di zona, e poi l’apertura di via Omero (prevista a breve nelle intenzioni dell’amministrazione comunale). Ma non solo. Occorrerebbe anche mettere mano alla tratta del bus 201, per rendere più efficiente il tragitto e creare, infine, un unico senso di marcia tra le vie Mogadiscio, Mercadante e Tripoli, un passaggio questo reso possibile proprio dall’apertura della via Omero.
«Queste sono richieste che il consiglio della circoscrizione ha già formalizzato da tempo, elaborate dalle commissioni, e depositate negli uffici tecnici del Comune ma di cui non abbiamo più saputo nulla». Intanto il cantiere di via Sant’Alessandro rimane a memoria di «quello che sarebbe potuto essere e invece non è stato».
Sarah Valtolina