Truffa alla Bcc di BarlassinaBuco da quasi 3 milioni di euro

Barlassina – Oltre 2 milioni e mezzo di euro non riscossi e la banca di Credito cooperativo di Barlassina si è trovata con un buco nel bilancio a dir poco spaventoso. «E’ stato il più grosso danno che abbiamo subìto negli ultimi 42 anni» ha dichiarato davanti al giudice del Tribunale di Desio, Maria Francesca Chiuri, il presidente dell’istituto di credito, Mario Beretta, parte lesa per conto della banca, vittima di una truffa.

I fatti – Martedì mattina 26 gennaio è ripreso il processo che vede F.A, settantenne, ex responsabile della “Socomit” srl di Avigliana, imputato di truffa aggravata. Reato che è costato alla Bcc 2 milioni e 642mila euro. A rendere la prima testimonianza davanti al giudice, si è presentato di persona il dottor Mario Berretta, 71 anni, presidente del Credito cooperativo di Barlassina. La truffa contestata all’imputato è stata messa a segno grazie a una sorta di cessione dei crediti alla banca: in realtà la filiale anticipava il saldo delle fatture che la “Socomit” vantava nei confronti di altre aziende o società. Questo anticipo di somme anche ingenti, era frutto di un consolidato rapporto fiduciario che si era instaurato negli anni e che non era stato mia messo in discussione fino a quando la banca non si è resa conto che i presunti debitori dell’azienda piemontese, specializzata in installazione di impianti industriali, non dovevano proprio nulla alla “Socomit”.

La testimonianza
– «Per dieci anni non ci sono mai stati problemi riscuotevamo i crediti puntualmente – ha raccontato Beretta al giudice –. Le aziende con cui la società di F.A. lavorava non si erano mai lamentate dei lavori svolti, motivo per il quale qualche volta possimo riscontrare dei ritardi nel pagamento». Lavorava tanto bene che l’azienda di Avigliana era riuscita anche ad allargare il proprio giro d’affari concludendo accordi anche con industrie come Barilla e Ikea. La situazione precipita a partire dal 2004, quando l’imputato dirotta la domiciliazione degli anticipi erogati dalla banca ad altri istituti di credito e soprattutto quando il Credito cooperativo inizia a non riscuotere più nulla fino a scoprire che tra la “Socomit” e le altre aziende non c’erano più state committenze. Nel 2006 la “Socomit” fallisce e anche le unità immobiliari di cui disponeva a garanzia della banca erano state alienate da tempo.

Il processo – Ora il processo riprenderà il 4 maggio. Il giudice Chiuri ha disposto l’esame dell’imputato, che martedì era presente in aula, e quello del curatore fallimentare dell’azienda piemontese, possibile anche giungere alle conclusioni delle parti.
Ivan Bavuso