Cosa non si fa per una bella tintarella. Dalle lampade abbronzanti «sparate» a sproposito (dimenticando che troppe comunque danneggiano la pelle), alle creme più o meno protettive spalmate senza risparmio nella convinzione che «più ne usi più nero diventi». E c’è pure chi è convinto che meglio degli antichi rimedi non ci sia nulla, rischiando però gravi ustioni e danni all’intero organismo. È il caso recentissimo di giovani bergamasche che, forse pensando che tutto quello che viene dalla natura non può che far bene, hanno usato in modo improprio cosmetici «fai da te» con il latte di fico
Tanto che l’Asl di Bergamo ha organizzato interventi legati da un lato ai controlli dei preparati cosmetici immessi sul mercato, dall’altro una campagna di informazione, prevista dal Piano socio-sanitario regionale, sul corretto utilizzo dei prodotti cosmetici commercializzati rivolta ai ragazzi di età compresa tra i 16 e i 18 anni. E l’Asl mette in guardia i giovanissimi da preparazioni e intrugli «fai da te»: in questa estate 2011 pare sia stata rispolverata dall’armadio delle bisnonne la credenza sull’uso del latte delle foglie di fico. Ebbene, spiegano i tecnici dell’Asl: le foglie di fico, per contatto o sfregamento della pelle, comunemente sono causa di irritazioni cutanee estremamente gravi e ustioni.
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