Swatch, museo da Guinness lasciaCesano e Palazzo Arese Jacini

Swatch, museo da Guinness lasciaCesano e Palazzo Arese Jacini

Cesano – É entrato nel Guinnes dei primati, si è persino guadagnato un servizio su Vogue, il suo museo era unico al mondo, ma ora lui e i suoi dodicimila pezzi hanno detto addio a Palazzo Arese Jacini. Fiorenzo Barindelli, architetto, fautore del “World Museum”, collezione completa di Swatch, ha lasciato le sale dello storico palazzo cesanese. Insanabili le divergenze avute con l’attuale amministrazione, nate per un contrasto di natura economica sul chi doveva sostenere le spese di gestione dello spazio espositivo. Le stanze vuote oggi sono la fine di un’epoca, una moda anzi una mania per i coloratissimi orologi svizzeri iniziata negli anni ottanta, che appassionò subito Barindelli.

Anno dopo anno ha acquistato le serie complete, guadagnandosi il titolo di principale collezionista al mondo, è entrato nel Guinnes dei primati, ha conosciuto il fondatore della casa d’orologi, incontrato Vip, regalato show-case (riquadri in plexiglass con incastonati gli orologi) e poi il grande sogno: aprire un museo. Ci riesce nel 2003, madrina d’eccezione è Elenoire Casalegno. Il comune gli assegna il piano terra di Palazzo Arese Jacini, tutto fila liscio sino al 2009 quando sindaco diventa Marina Romanò. La nuova giunta prende in mano il bilancio e sfogliando le diverse competenze e proprietà, punta il dito contro il “World Museum” rivendicando il mancato pagamento delle spese. La vicenda ora è in mano a un legale e alla fine Barindelli, nonostante abbia un contratto sino al 2013, ha deciso di andarsene. Nel mese di agosto gli operai hanno tolto gli ultimi pezzi, smontato fondali, recuperato ricordi unici, ora le stanze sono completamente vuote. Cosa perde Cesano? «Non faccio politica – commenta – non sono contro Vaghi, non sono contro Romanò, certo mi aspettavo dai nuovi assessori, alcuni persino amici, un atteggiamento diverso. E pensare che prima di essere eletti avevano annunciato: «Vedrai con noi cosa farai». Si l’ho visto, ho chiuso».

Il “World Museum” troverà una nuova collocazione? «Per un anno non farò nulla, non prenderò alcuna decisione, ora voglio un luogo che sia pronto a valorizzare l’esposizione. Venezia, Roma, magari proprio la “Swatch” che potrebbe usarlo come spazio culturale, la spiegazione di un fenomeno, una cultura. Al museo sono venuti ministri, olimpionici, celebrità e anche grandi imprenditori, Diana Bracco (presidente e amministratore delegato del gruppo Bracco) è rimasta in queste sale per tre ore, ma evidentemente a questa amministrazione non importa».

Cristina Marzorati