Monza – (an.tre.) Nomi italiani, massima cortesia e locali tirati a lucido: così sono i centri massaggi cinesi visti dall’interno. La testimonianza di un giovane monzese racconta l’esperienza in uno di questi locali dove regnano i “messaggi in codice” e la riservatezza è una regola.
«Si capisce subito che puoi avere molto di più di un messaggio- dichiara il 32enne monzese che vuole comprensibilmente rimanere anonimo- appena entri nel locale ti accolgono in fila diverse ragazze giovani e carine tutte cinesi: tu puoi scegliere quella che preferisci. Appena si avvicina ti ammicca e ti tocca in modo malizioso portandoti verso la stanza».
E viene il momento del massaggio dove si può scegliere fino a dove spingersi: «La ragazza, che si vuole fare chiamare con un nome italiano, ti sussurra nell’orecchio chiedendoti subito se vuoi anche l?”extra”, se lo vuoi paghi 20 euro in più per quello che si dice l?”happy ending”: io ho pagato 20 euro di massaggio più 20 di extra». Il massaggio ha tutto quello che si può chiedere da una prestazione professionale: «Ti massaggia tutto il corpo per un’ora, sono molto brave: è davvero efficace, e poi, quando finisce il tempo, se hai chiesto l’extra, ti “massaggia” anche le parti intime, tutto con la massima delicatezza, e poi alla fine puoi fare la doccia».
Non mancano gli imprevisti divertenti: «I muri non sono proprio insonorizzati, tanto è vero che io sentivo le voci di quello nella stanza di fianco che diceva di fare piano, per fortuna era un mio amico».
Quando è finito tutto arriva il momento di pagare: «Ho dato i soldi direttamente alla ragazza, non puoi uscire dalla stanza se prima non hai pagato» dichiara Massimo. L’igiene non sembra mancare in questi locali: «E’ tutto pulitissimo: i lettini sono come dal medico con la carta che scorre e che le ragazze poi buttano, gli arredi sono molto raffinati e dal punto di vista igienico è tutto perfetto» Il distacco delle operatrici di questi centri massaggi è una regola base: «Ho provato a chiedere alla ragazza che mi ha massaggiato come si chiama, lei mi ha detto “Luisa”, io ho insistito e lei ha ribadito decisa: “chiamami Luisa”».