Seveso, sparò ai ladri in fugaAssolto il barista: «Agì per difesa»

Assolto per legittima difesa. E' la sentenza che ha scagionato Luigi Tallarini, titolare del bar tabacchi dell'Altopiano di Seveso, dall'accusa di tentato omicidio per aver sparato contro una banda di ladri che stava svaligiando il suo esercizio commerciale, colpendone uno sul fianco. Applausi in aula al momento della lettura.
Seveso, sparò ai ladri in fugaAssolto il barista: «Agì per difesa»

Seveso – Assolto per legittima difesa. Applausi in aula alla lettura della sentenza che ha scagionato Luigi Tallarini, titolare del bar tabacchi dell’Altopiano, dall’accusa di tentato omicidio per aver sparato contro una banda di ladri che stava svaligiando il suo esercizio commerciale, colpendone uno sul fianco.
Per il brianzolo, il pubblico ministero Vincenzo Nicolini aveva chiesto la condanna a 10 anni di reclusione. Il tribunale collegiale monzese, invece, ha emesso di verdetto di assoluzione, citando espressamente nel dispositivo la giustificazione della legittima difesa.
Quest’ultima scriminante, è stata sostenuta con forza dall’avvocato Massimo Bordon , del foro di Monza, il quale, sin dall’udienza preliminare, aveva chiesto il proscioglimento del suo assistito. Anche entrando nel merito, comunque, il legale è riuscito ad ottenere l’assoluzione per Tallarini, sostenuto in questi mesi da un comitato spontaneo di cittadini a difesa del barista dell’Altopiano. «E’ un’ingiustizia profonda che quest’uomo si trovi sul banco degli imputati a rispondere di un’accusa così grave». La pubblica accusa ha sostenuto che «non c’era pericolo concreto di aggressione alla persona». La difesa ha ribattuto che la legittima difesa sussiste anche quando c’è pericolo di aggressione: «In quel caso, la banda aveva appena sfondato la vetrina del bar, collegata da tre accessi alla casa in cui Tallarini vive con la moglie».

Inutile dunque la costituzione di parte civile del ladro albanese (at- tualmente a giudizio a Desio per il fur- to), che non ha voluto presentarsi in aula rendendo la propria versione dei fatti davanti ai magistrati. Non è stato dunque possibile ricostruire esattamente l’accaduto. Ecco perché la legittima difesa riconosciuta dai giudici potrebbe anche essere presunta e non necessariamente provata. Si aspettano comunque le motivazioni della pronuncia.
La banda entrò in azione il 25 giugno 2011, quando la banda, un gruppo di 4 o 5 persone, fece irruzione nel bar gestito dall’uomo per rubare le macchinette videopoker. Un’azione molto violenta, con la tecnica della ‘spaccata’. Con un furgone rubato sfondarono la vetrina e caricarono le macchinette videopoker. Poi gli spari dal balcone esplosi da Tallarini con due pistole, detenute regolarmente per uso sportivo. In tutto 14 colpi, uno dei quali a segno contro il giovane albanese, l’altro contro uno dei mezzi usati dai malviventi. Il ferito si era fatto poi medicare al pronto soccorso di Zingonia (in provincia di Bergamo) ed era stato dimesso con 15 giorni di prognosi. Ai medici aveva raccontato di aver litigato con un nordafricano che gli aveva sparato. Tallarini, dopo il fatto consegnò ai carabinieri le pistole che aveva scaricato contro i malviventi.
Federico Berni