Seveso, santuario di San PietroI ladri rubano due corone d’oro

I "soliti ignoti" hanno preso di mira la chiesa. Ne ha fatto le spese la statua della Madonna con bambino che troneggia sull'altare di sinistra del santuario di san Pietro Martire. Rubate le corone d'oro che erano poste sulla testa delle due statue.
Seveso, santuario di San PietroI ladri rubano due corone d’oro

Seveso – I “soliti ignoti” che imperversano con i furti nelle abitazioni questa volta hanno preso di mira una chiesa. Ne ha fatto le spese la statua della Madonna con bambino che troneggia sull’altare di sinistra del santuario di san Pietro Martire. Malgrado esista la videosorveglianza, i malfattori sono infatti riusciti a rubare le corone d’oro che erano poste sulla testa di entrambe le statue. I carabinieri sono stati subito avvertiti, ma per ora le loro ricerche non hanno portato alla identificazione dei responsabili. Il fatto è avvenuto alcuni giorni fa, ma notizia non si è diffusa velocemente, forse perché i fedeli non ne hanno notato l’assenza oppure hanno pensato ad un restauro.

Al di là del valore economico, le due corone hanno un notevole valore affettivo per i fedeli di San Pietro, che a suo tempo avevano fatto a gara nel donare i loro monili d’oro per realizzarle. L’iniziativa era partita dal monsignor Tarcisio Livietti, rettore del vicino seminario dal 1985 al 1998, cioè nel periodo in cui l’immobile fu restaurato dopo un lungo periodo di mancato utilizzo. Gli abitanti di san Pietro avevano vissuto con sofferenza la chiusura dell’unico vero edificio storico della città, e salutarono con gioia la decisione della Curia milanese di recuperarlo e adibirlo di nuovo all’educazione dei giovani che si preparano al sacerdozio. I fedeli decisero di rendere tangibile la loro riconoscenza regalando i loro oggetti d’oro a monsignor Livietti, che li utilizzò per realizzare le due corone per la Madonna e il bambino.

Si può quindi dire che questi ornamenti, creati alla riapertura del seminario, rappresentino in modo palese il legame che esiste tra i sampietrini e questa storica istituzione. Il destino beffardo ha voluto che fossero rubati quando questa coesistenza si avvia a terminare: il cardinale Angelo Scola ha infatti annunciato che il prossimo anno i seminaristi saranno trasferiti altrove, e al momento non ci sono progetti sul futuro del seminario. Enrico Vismara è un sampietrino doc che è in grado di spiegare al meglio lo stato d’animo dei suoi concittadini: “Ricordando che una volta la corona del bambino era caduta, sono anche salito sull’altare per accertarmi che non fossero ai piedi delle due statue. Per noi sampietrini erano il segno visibile dell’affetto che ci lega al seminario: quasi tutte le famiglie avevano contribuito offrendo orologi, orecchini e collane d’oro”.
Francesco Botta