Sequestra donna nella casa-lagerIn manette artigiano di Seveso

Seveso – Quando ha visto i carabinieri alla porta non ha potuto far altro che lasciarsi andare a un pianto liberatorio. É finito così l’incubo per una donna quarantenne residente a Baruccana, che da gennaio è stata costretta a vivere nella casa di un artigiano cinquantenne. Non avrebbe subito violenza, ma non poteva uscire, tornare ad avere contatti col mondo e tutto squallidamente per questioni economiche. Già a lui ha fatto gola la pensione d’invalidità della poveretta e per una manciata di euro le ha rubato la libertà. I due si conoscono già da tempo, vivono quasi lungo la stessa strada, col passare dei giorni diventano amici sino a quando lui la convince ad andare a casa sua. Sono soli, non hanno nessuno che ascolta i loro problemi, si aiuteranno a vicenda.

Errore – Lui in realtà mira esclusivamente ai soldi e approfittando dei problemi di salute della donna, non la lascia più andare, riuscendo però a entrare in possesso del denaro che tanto bramava. Lei tenta più volte di lasciare quella gabbia: lui nulla la obbliga in casa, non le consente di avere contatti col mondo e per lei è impossibile chiedere aiuto. Una vicenda incredibile, fatta di solitudine e povertà, che fortunatamente non passa inosservata. Qualcuno denuncia ai carabinieri quanto sta accadendo nella casa degli orrori. Gli uomini dell’Arma si appostano e, dopo aver studiato per qualche giorno la situazione, decidono di intervenire.

L’intervento – Gli uomini della compagnia di Seregno entrano in azione nella tarda serata di martedì 9 febbraio, intorno alle 23, quando bussano alla porta dell’artigiano. Lui minimizza, nega che qualcuno viva costretto nella sua proprietà, ma i carabinieri si avvicinano alla donna e lei alla vista delle divise capisce che l’incubo è finito: la trovano sporca, senza acqua, rannicchiata per terra, accanto a un materasso buttato sul pavimento all’interno del laboratorio dell’artigiano. Fatica a raccontare quanto ha passato, ma sa che davanti a lei ha i suoi salvatori. I carabinieri arrestano l’artigiano, P.L. con la pesantissima accusa di sequestro di persona e ora il cinquantenne si trova in carcere a Monza in attesa di giudizio, mentre la poveretta è stata affidata ai servizi sociali del comune. Il primo passo degli uffici è stato ospitarla in un albergo, ma nei prossimi giorni troverà casa in una realtà protetta dove potrà ricominciare a vivere un’esistenza normale, soprattutto libera da qualsiasi incredibile restrizione.