Senago – Da Senago a tutta la Lombardia, a caccia di vittime. Un uomo e due donne di origini sinte, domiciliati al campo nomadi della città, sono finiti nei guai per aver estorto denaro ad un agente finanziario di 40 anni di Mantova. In base all’accusa, i tre erano dei veri e propri professionisti dell’estorsione. La loro attività si è conclusa definitivamente in settimana, con la sentenza emessa dal Tribunale di Mantova nei confronti delle due donne, L.M., 41 anni e R.C., 43 anni: sono state condannate a 5 anni e 2 mesi di reclusione e a 1200 euro di multa, per estorsione e lesioni. Per il complice invece, D.M., 40 anni, ci sarà un processo a parte.
I fatti risalgono al 2008. I tre sono stati incastrati dai carabinieri di Mantova, in seguito alla denuncia della loro vittima. Per almeno 5 mesi hanno perseguitato l’uomo, a cui erano già riusciti a spillare 7 mila euro. Avevano chiesto un finanziamento per l’acquisto di un’auto presso l’agenzia finanziaria per cui lavorava. La pratica però non era andata a buon fine. A quel punto è scattata l’estorsione. Hanno chiesto ugualmente i soldi all’agente, in totale ben 40 mila euro. «Non ci hai aiutato, ci hai fatto perdere tempo e quindi adesso i soldi ce li devi dare tu» gli hanno detto, minacciandolo con un’arma (che poi è risultata giocattolo). Hanno anche minacciato la vittima di fare del male a lui, alla moglie e soprattutto alla sua bambina, di soli 3 anni. «Sappiamo dov’è tua figlia, quindi non fare scherzi». Unica concessione: pagare a rate. Dal mese di marzo fino ad agosto si sono quindi incontrati regolarmente, in diversi parcheggi e centri commerciali della Lombardia. I nomadi sono sempre presentati con la pistola e spesso hanno picchiato l’agente finanziario, prima di riscuotere i soldi. Finchè la vittima non ha deciso di denunciare il suo calvario. Il 12 agosto 2008 è quindi scattata la trappola. Aguzzini e vittima avevano appuntamento al casello autostradale di Mantova Nord. L’agente ha consegnato 1150 euro. Loro lo hanno colpito allo stomaco col calcio della pistola, prima di andarsene. Ma a qualche metro di distanza c’era una pattuglia dei carabinieri: i tre sono quindi finiti in manette.
P.F.