Monza – A subire maggiormente i disservizi del trasporto pubblico urbano sono gli studenti. La maggior parte dei ragazzi delle scuole superiori cittadine utilizza treno e autobus per raggiungere il proprio istituto e ogni giorno è una vera e propria odissea. I dirigenti dei plessi hanno cercato delle soluzioni per i ragazzi, evitando loro di aspettare per ore i mezzi o di correre per prenderli in tempo. Permessi speciali e levatacce mattutine consentono agli studenti di raggiungere le varie scuole senza rischiare di perdere minuti di lezione.
Isa di corsa – «Dallo scorso anno segnaliamo a Net i problemi dei nostri alunni che vengono a scuola con mezzi pubblici – dice Guido Soroldoni, dirigente dell’Isa-Las – ma non abbiamo mai avuto risposta. Non solo non ci hanno mai interpellato al momento della programmazione oraria, come dovrebbe essere, ma addirittura il gestore del servizio elimina e ripristina le fermate senza preavviso. Spesso accade che ci siano delle modifiche nei percorsi durante l’anno senza alcun tipo di comunicazione. Se i ragazzi perdono l’autobus rischiano di metterci delle ore per rientrare perché le corse, dopo le 14.30 sono meno frequenti. Alcuni hanno un permesso per uscire una decina di minuti prima».
Il caso Mapelli – Accorgimenti simili caratterizzano diverse scuole, come continua Antonio D’Alterio, preside dell’istituto d’istruzione Mapelli: «Abbiamo anticipato l’ingresso di dieci minuti in modo che i ragazzi non siano fuori al freddo ad aspettare l’apertura dei cancelli. Il cinquanta per cento dei nostri studenti utilizza i mezzi pubblici per venire a scuola, se l’azienda dei trasporti non si può adeguare agli orari delle scuole ci dobbiamo adeguare noi, nel limite del possibile. Qualcuno ha un permesso scritto dai genitori per uscire qualche minuto prima».
La scuola d’estetica – Alla Pbs, la scuola di estetica monzese, la dirigenza ha deciso di fornire alle proprie alunne un busnavetta per arrivare a scuola in orario e senza difficoltà. La maggior parte delle studentesse arriva da fuori città, la loro sveglia suona presto al mattino per essere in aula in orario e questi sacrifici spesso rischiano di essere vani se mancano i mezzi di trasporto. Un grosso problema si pone anche all’uscita: alle 14 ci sono ragazze che se perdono la coincidenza rientrano a casa alle 17.30 di pomeriggio. «Visto il disservizio generale – spiega Anna Del Prete, direttrice della scuola professionale – abbiamo deciso di intervenire mettendo a disposizione una navetta che parte dalla stazione verso la scuola e viceversa. Si tratta di un progetto che abbiamo sperimentato lo scorso anno e ha riscosso successo, tanto che quest’anno abbiamo raddoppiato le corse. È una spesa che sosteniamo con l’aiuto dei genitori La scelta di aiutare le nostre ragazze è nata proprio a causa della scarsità di mezzi che raggiungono l’area di San Rocco, dove ci troviamo. Anche i colleghi dell’Ipsia si trovano nella stessa situazione, i pochi mezzi di trasporto sono strapieni».
Alessandra Sala