Scoperta archeologica in BrianzaDa terra spuntano monete romane

Stava pulendo tranquillamente il bosco davanti al santuario della Rocchetta, a Cornate d'Adda. Quando, all'improvviso, sono saltate fuori dal terreno quelle che sembrano delle monete romane. E altri oggetti antichi. L'incredibile scoperta è stata fatta da Fiorenzo Mandelli.
Scoperta archeologica in BrianzaDa terra spuntano monete romane

Cornate d’Adda – Capita che facendo le pulizie da sotto il divano o da qualche angolo remoto salti fuori un piccolo tesoro nascosto o dimenticato: qualche moneta, una penna, cose che si credevano smarrite e sono invece solo celate dalla polvere e dal buio. E se le pulizie si fanno in un bosco che notoriamente (perché l’ha già dimostrato) ha alle spalle una storia di secoli, può capitare che quelle monete vengano da epoche antiche e quegli oggetti smarriti siano punte di frecce o piccoli manufatti dell’età dei Romani. È precisamente quello che è accaduto nei pressi del santuario della Rocchetta, sulle rive dell’Adda, durante le normali operazioni di cura del verde. A raccontarlo è Fiorenzo Mandelli, uno dei volontari che si sono presi l’impegno di vegliare su questi luoghi, custode del santuario che sorge a picco sul fiume. «Negli ultimi anni – spiega – ci siamo prodigati per far conoscere a più persone e scolaresche la storia della chiesina della Rocchetta che si trova lungo il fiume Adda. Nelle vicinanze della chiesina è stata recentemente scoperta una cisterna tardo romana. È stata messa in sicurezza ed è visitabile da chiunque si trovi a passare nei pressi o ne prenoti la visita guidata, per poter vedere la chiesetta e i locali sottostanti, solitamente chiusi, dove si possono visitare gratuitamente, compatibilmente con eventuali altri impegni dei volontari addetti». La cisterna è solo l’ultimo reperto, in ordine di tempo, restituito dalla terra cornatese a testimonianza che queste zone erano abitate già nell’antichità. Studi, ipotesi e rilievi hanno già riguardato altre zone del paese, anche distanti, come Villa Paradiso, e raccontato di tombe longobarde, necropoli e ville romane. Era il 1999 quando una campagna di scavi degli esperti della Soprintendenza ai Beni archeologici di Milano tirò fuori da un campo coltivato i resti di tombe millenarie e una villa rustica dei tempi di Augusto. Un patrimonio che aspetta di essere svelato per intero (con tutte le difficoltà economiche del caso). Fatto sta che forse, pur minuscola parte, fanno parte di questo patrimonio quei resti rinvenuti da Mandelli e gli altri volontari lavorando tra gli alberi della Rocchetta. «Tra i vari compiti, c’è anche quello di tenere pulito il bosco antistante e così – racconta il custode del santuario – una delle ultime volte di questi giorni in cui è stato fatto, sono stati ritrovati alcuni manufatti». I volontari hanno cercato qualche informazione, documentandosi e confrontando gli oggetti ritrovati con fotografie diffuse sul web. «Secondo quanto trovato in internet – commenta Mandelli – potrebbero, e il condizionale è d’obbligo, risalire al periodo romano». Per questo, per il condizionale, Fiorenzo Mandelli lancia un appello (insieme a un invito): «Chi li volesse visionare ed eventualmente dare qualche utile consiglio, è ben accetto». Letizia Rossi