Rotary Meda pro Fondo famigliaL’asta benefica frutta 40mila euro

Meda – Ha risposto con entusiasmo la «Brianza operosa» all’appello del cardinal Dionigi Tettamanzi. Assumere uno stile di vita sobrio e solidale e chiedendosi cosa ognuno possa fare per l’altro. Giovedì sera, al Golf di Carimate, i soci del Rotary club di Meda e delle Brughiere hanno raccontato come hanno voluto fare proprio l’appello del porporato quando la vigilia di Natale del 2008 annunciò l’istituzione del Fondo famiglia lavoro in aiuto a chi ha perso o sta per perdere il lavoro. La crisi era imminente e avrebbe colpito molte persone.

Oggi la questione sociale è aperta seppur qualche timido segnale di ripresa ci sia. Il Fondo del cardinale ha distribuito più di 9 milioni e 600 mila euro distribuiti tutti. Le offerte dei privati sono state circa 4600. A questi si aggiunge quanto il club presieduto dal medese Daniele Asnaghi ha raccolto con la vendita benefica di icone e libri antichi, doni ricevuti nel tempo da Tettamanzi, e che l’Arcivescovo ha voluto mettere a disposizione, affinché, tramite il ricavato, si alimentasse il Fondo. Sono circa 40 mila euro che verranno consegnati al Fondo dal sodalizio. Erano presenti alla serata il sociologo Aldo Bonomi, il portavoce del cardinale don Davide Milani, il governatore del Rotary Giulio Koch, molti soci del Meda e di altri club, i benefattori, rotariani e non.

A loro don Davide ha rivolto il ringraziamento del cardinale che, nel suo messaggio, ha sottolineato la disponibilità a contribuire generosamente al Fondo, un aiuto quanto mai importante perché il Fondo, inizialmente destinato a concludersi entro l’anno 2010, dato il perdurare della crisi, sarà attivo fino al 2011. Hanno superato la «vergogna della miseria», andando a chiedere aiuto al Fondo del cardinale per avere perso lavoro da poco tempo, per una riduzione dell’orario lavorativo o per fallimento dell’attività, operai generici e specializzati, commercianti, artigiani, insegnanti, ex dirigenti, professionisti di un’età compresa fra i 30 e i 40 anni. Le icone e i libri vogliono, così, nelle case di chi li ha acquistati essere un segno evidente di carità.

«Sappiamo di non poche imprese che rischiano la chiusura – queste le parole dell’Arcivescovo affidate a don Davide – Li vogliamo sostenere nella vicinanza umana, con la preghiera e con l’aiuto concreto e discreto. Continuiamo a educarci a uno stile di vita segnato dalla giusta sobrietà e, proprio per questo aperto alla solidarietà». Nell’analisi della reazione del territorio alla crisi, Bonomi ha sottolineato come la Brianza «non abbia perso la testa della solidarietà, cercando nella crisi di essere solidali», rimarcando la necessità che la «comunità operosa si saldi con la comunità di cura, quella che si prende cura appunto dell’altro».
Federica Vernò