Renate, verniciatura irregolareA processo il titolare della ditta

Renate – Avevano chiesto un intervento urgente agli organi competenti affinchè non dovessero più respirare gli sgradevoli odori provenienti dalla “Ver.Ant. Srl”. Un gruppo di cittadini si erano rivolti alla Procura di Monza preoccupati che quell’aria tanto acre fosse anche nociva per la salute loro e dei loro familiari, chiedendo di verificare il livello di inquinamento atmosferico procurato dall’azienda sita in via Petrarca e provvedendo con le necessarie verifiche. I cittadini avevano anche richiesto se la “Ver.Ant. Srl” fosse in possesso delle regolari autorizzazioni di legge necessarie per lo svolgimento dell’attività. Nell’esposto le famiglie renatesi firmatarie chiedevano di accertare la situazione igienico-ambientale, comprese lo stato delle vasche di decantazione poste sul retro dell’azienda con i relativi scarichi idrici e atmosferici. Nell’esposto di alcuni residenti nella zona viene indicata l’attività della ditta «che opera una verniciatura industriale nel settore dei casalinghi, genera polvere di alluminio durante la preparazione dei dischi e usa vernici a base di teflon e solvente senza alcun abbattimento». Dopo la segnalazione sottoscritta da una decina di famiglie renatesi, che hanno per diversi mesi convissuto con odori sgradevoli tali da costringerli a tenere le finestre chiuse, sono partite le indagini della Polizia provinciale su delega della Procura di Monza. Facendo un passo indietro, era già intervenuta l’Arpa chiedendo documentazione sull’attività della ditta. Nonostante le prescrizioni e le richieste inoltrate all’azienda dall’Agenzia regionale per la protezione dell’ambiente, nel rispetto della normativa ambientale, l’azienda pare operasse senza le necessarie autorizzazioni. Scattano le indagini e nel frattempo la ditta sembra cessare l’attività. Almeno ufficialmente. In realtà agli inquirenti arrivano segnalazioni che l’azienda continua a operare saltuariamente in orari notturni. Si susseguono controlli sia delle Guardie ecologiche sia della Polizia provinciale. Gli inquirenti, nel frattempo, risalgono al titolare, al tempo stesso rappresentante legale, un sessantenne residente a Monza che risulta irreperibile. La Procura di Monza, quindi, nomina un avvocato d’ufficio contestando in contumacia al titolare, rinviato a giudizio, il reato di gettito di cose pericolose e il reato ambientale di emissioni in atmosfera di sostanze pericolose senza autorizzazione. A questo punto l’aria torna finalmente a essere respirabile.
Federica Vernò