Monza – Era una sera di marzo del 1979. Ed era il teatrino della Villa reale di Monza. Quella sera c’era un festival, da quelle parti, una rassegna, la si chiami come si vuole. E sul palco c’era Demetrio Stratos, uno che di strada ne aveva fatta, e non certo per raggiungere Monza. Di anni ne aveva solo 34 e in una loro manciata era presto diventato uno dei più importanti protagonisti dell’utilizzo della voce come strumento musicale. Roba che John Cage lo voleva con lui e gli organizzava concerti a New York. E quella sera sul palchetto neoclassico della Villa reale non sapeva nemmeno lui che sarebbe stata la sua ultima apparizione pubblica.
Solo due giorni dopo gli sarebbe stata diagnostica una forma di leucemia che a giugno l’avrebbe ucciso, portandosi via un pezzo di storia della musica internazionale senza nemmeno fargli vedere l’inizio dell’estate: 13 giugno. A Monza, per il suo ultimo concerto del vivo, era arrivato il 30 marzo, all’interno di una delle due rassegne di musica contemporanea che erano state organizzate in quegli anni al teatrino della villa.
Se ne ricorda Giordano Casiraghi, critico musicale che ha partecipato alla stesura della nuova edizione del Dizionario del pop rock (Zanichelli, a cura di Enzo Gentile e Alberto Tonti, 1896 pagine e dvd, 33 euro), che domenica 20 gennaio ha raccontato alla Feltrinelli di Monza insieme agli autori e ad alcuni ospiti quei giorni della fine degli anni Settanta. «Era stato Vincenzo Zitello a portarmi per la prima volta al teatrino della Villa reale – ha ricordato di fronte al musicista che ha collaborato anche con De Andrè, Fossati e tanti altri – Mi venne a prendere alla stazione e insieme attraversammo la città a piedi per andare a vedere il teatrino», lo stesso posto dove Stratos avrebbe cantato per l’ultima volta.
Erano gli anni in cui il musicista di origine greca era diventato anche docente al conservatorio di Milano, concludendo sempre in quel mese di marzo un corso di semiotica della musica contemporanea. Quella alla quale era arrivato dopo avere esordito nel 1967 con I Ribelli (”Pugni chiusi”, per esempio) ed esser epoi passato a una prima fase solista pubblicando con la Numero Uno di Battisti. Poi c’erano stati gli Area, la formazione di progressive rock con cui aveva potuto mettere in pratica i suoi studi sulla vocalità che avrebbero incantato dal 1974 anche John Cage, con il quale incise Sixty-Two Mesostics Re Merce Cunningham per voce e microfono. Forse uno dei momenti più alti della carriera chiusa a Monza cinque anni dopo.
Massimiliano Rossin
Quella notte a Monza nel 1979L’ultimo live di Demetrio Stratos
L'ultimo concerto dal vivo di Demetrio Stratos: è successo a Monza il 30 marzo del 1979, pochi giorni prima che gli diagnosticassero la malattia che l'avrebbe ucciso in due mesi. E' uno dei ricordi che hanno fatto da contorno alla presentazione del Dizionario del pop rock alla Feltrinelli di Monza.