Quel volo dalla Brianza al BalticoI tremila chilometri di Pendolino

Ha fatto tremila chilometri lungo l'Europa, dalla Brianza a San Pietroburgo, sulle rive del Baltico. Dieci grammi di peso, dieci centimetri di lunghezza. E' un uccello, un pendolino, anzi Pendolino, registrato dai professionisti del parco Valle del Lambro. A partire dall'autogrill delle migrazioni del lago di Pusiano.
Quel volo dalla Brianza al BalticoI tremila chilometri di Pendolino

Triuggio – Si sa quando è arrivato in Brianza, più o meno: era autunno, il mese di ottobre. Poi come e quando abbia deciso di partire, difficile dirlo. Ma era tempo, deve avere pensato, con più istinto che calcoli. E poi nemmeno mappe, non una strategia tranne la sopravvivenza, non aveva un biglietto in tasca, nessun appuntamento. Eppure è partito, doveva farlo, la testa grigia chiara, una maschera nera, quacosa di rosso sulle spalle. Tremila chilometri dopo lo hanno ritrovato: li aveva fatti in volo.
Tremila chilometri, dieci grammi di peso, dieci centimetri di lunghezza: poteva contare solo su questo. E’ un pendolino, così lo chiameremo, Pendolino. Un uccello più piccolo di un pugno che dal Lambro tappa a tappa ha raggiunto San Pietroburgo. Tremila chilometri dopo: né una mappa, né una strategia, istinto puro. Pendolino Linneo l’ha classificato come Remiz pendulinus, e buon per lui non risulta come specie a rischio, ne girano tanti in Italia e tanti anche nel Parco della valle del Lambro. Arrivano dal Nord, arrivano da su, si precipitano in Italia per passare l’inverno quando il gelo è troppo.
Poi ripartono, come ha fatto Pendolino. Dove sia passato, chissà: forse ha scavallato le Alpi, ha sfiorato l’Austria e attraversato la Germania sotto Monaco, poi su dalle parti di Praga, Varsavia, la Bielorussia o la Lituania, l’odore del Baltico che arriva da un lato, e ancora su, in diagonale, una pista di vento che arriva fino sulle sponde della Prospettiva Nevskij, quella di Gogol, di Puskin, sulla Neva di San Pietroburgo.
Due date: 30 ottobre 2011, il giorno in cui gli specialisti del parco della Valle del Lambro l’hanno catturato, inanellato con quanto di più leggero possibile, gli hanno attaccato un codice solo suo, una targa, riconosciuta il 7 maggio del 2012 da altri esperti russi. In mezzo a quelle due date c’è il viaggio di Pendolino e dei suoi dieci grammi di peso.
«Dal 2009 abbiamo un progetto importante alla nostra stazione del Lambrone, sul lago di Pusiano – raccontano i professionisti del parco della Valle del Lambro – con tutte le autorizzazioni necessarie e con personale preparato per catturare e inanellare gli uccelli per attività di monitoraggio. Facciamo campagne che durano anche novanta giorni consecutivi dall’alba al tramonto. Quel pendolino è uno dei tanti che abbiamo catturato e inanellato».
Con una targa, per così dire, leggerissima, in grado di non compromettere la vita dell’uccello minuscolo passato dal Lambrone. Poi esiste una rete europea, con altre stazioni analoghe, dove vengono realizzate altre catture: se gli esemplari trovati sono già stati registrati la loro presenza viene segnalata con la data su un database internazionale che permette di studiare la fauna e le rotte migratorie.
«E Pusiano oggi è uno dei centri più importanti dell’intera rete – osservano al parco – Abbiamo già inanellato circa seimila uccelli», un progetto sostenuto anche dalla fondazione Cariplo e portato avanti anche con collaboratori esterni ma patentati per un’attività delicatissima: «I metodi di inanellamento sono oggi molto rapidi e riducono al minimo lo stess per l’animale». E poi c’è Pusiano, un crocevia internazionale, secondo i dati raccolti in questi quattro anni di lavoro, anzi: qualcosa di più. «Come nelle partenze per le vacanze estive di qualche anno fa – raccontano gli esperti – Quando le macchine partivano e poi finivano tutte sulla stessa autostrada, seguendo la stessa rotta, per arrivare a destinazione, incrociando le altre autostrade. Però arrivava il momento di fermarsi all’autogrill. Ed erano tutti lì. Ecco: il lago di Pusiano è uno degli autogrill più importanti d’Europa».
Massimiliano Rossin