Monza – Aumentano i lavoratori coinvolti in processi di crisi nel settore metalmeccanico di Monza e Brianza. Erano 8.030 nel primo semestre 2012, sono diventati 8.179 – su una forza lavoro complessiva di 11.955 persone nelle stesse realtà – al termine del secondo semestre dello stesso anno. Nello stesso periodo sono diminuite le aziende che hanno fatto ricordo agli strumenti di tutela: 311 contro 346. Il dato è stato reso noto dalla Fim Cisl secondo la quale la zona Vimercatese è la più a rischio con 3.043 lavoratori coinvolti, ben oltre la metà dei 5.390 addetti in forza alle 84 aziende che hanno fatto ricorso agli ammortizzatori sociali. Il dato provinciale rilevato dalla Fim Cisl parla di una cassa integrazione ordinaria per 4.387 lavoratori di 141 aziende, 2.380 lavoratori di 27 aziende in cassa straordinaria, 701 addetti in cassa integrazione in deroga di 138 attività, oltre a 261 procedure di mobilità avviate in 14 realtà produttive. Il 93% delle aziende in crisi ha meno di 100 dipendenti. «Sono poche le realtà in controtendenza – commenta Gianluigi Redaelli, segretario della Fim Cisl Brianza – Il caso più eclatante è quello della StMicroelectronics che negli ultimi due anni, anche grazie al confronto con il sindacato, ha assunto a tempo indeterminato oltre 500 tra operatori di produzione e impiegati. Questa crisi si è sovrapposta alla debolezza strutturale del nostro apparato industriale e alla mancanza di un ‘sistema Paese’ capace di dare risposte coese».
Quasi 8.200 lavoratori in crisiTremila coinvolti nel vimercatese
I dati della Fim Cisl di Monza e Brianza sul secondo semestre 2012 evidenziano un aumento del numero delle aziende e dei lavoratori coinvolti nei processi di cassa integrazione rispetto al periodo precedente. Avviati processi di mobilità per 261 persone.