Processo Mancuso,due testimoni "reticenti"

Giussano, arrestato MancusoL’accusa è di estorsione

Giussano – È entrato nel vivo il processo per usura a Salvatore Mancuso, il 41enne di origini calabresi già condannato a quattro anni in Appello per possesso di armi da guerra. Ma con un colpo di scena. Ieri, nel corso dell’udienza in Tribunale a Monza, il pubblico ministero Salvatore Bellomo ha chiesto al giudice del processo Giuseppe Airò, al termine dell’interrogatorio di due testimoni, la trasmissione degli atti  con l’accusa di reticenza. Per il magistrato, insomma, i due teste non avrebbero raccontato la verità, in aula. Toccherà dunque al pm Salvatore Bellomo valutare la posizione dei due.

Secondo le imputazioni, Mancuso e il coimputato Enrico Barone, in cambio di un prestito di una somma non inferiore a 280mila euro, si sarebbero fatti restituire da un imprenditrice nel campo della moda della provincia di Brescia l’importo maggiorato da interessi  pari al 20% mensili. Stessa ipotesi per un altro prestito di 250mila euro  concesso a un impresario edile della bergamasca.

Mancuso viene considerato dall’accusa il finanziatore dei capitali da impiegare nell’attività di usura oltre che il mandante di spedizioni punitive a coloro che non erano in grado di restituire il denaro.