Pezzi rubati e camuffati: il confessionale diventa mobile

Monza – «L’opera d’arte di illecita provenienza è usata anche come strumento di riconversione di proventi di altre attività delittuose per il conseguente reinvestimento in attività legali, aggirando in tal modo le norme che cercano di contrastare il riciclaggio nonchè in alcune fattispecie di reati contro la pubblica amministrazione (esempio la corruzione) e la finanza». È uno dei passi del capitolo del libro sui «Recuperi d’arte in Lombardia» scritto dal comandante del Tpc di Monza Andrea Ilari. Un brano che conferma quanto peso abbia il traffico d’arte per delineare il quadro delle attitivà della criminalità oggi. Il «settore arte» della mala si avvale ormai anche di professionisti, non solo del furto, ma anche del camuffamento delle opere rubate o portate all’estero illecitamente. Per sfuggire ai sempre più pressanti controlli delle forze dell’ordine, d’altra parte, si inventano mille stratagemmi: ai mobili vengono sostuite maniglie e piedi, i dipinti vengono ritoccati modificando alcuni particolari, oppure vengono sezionati ricavando più tele da una sola originaria. Un espediente questo non così raro soprattutto se i dipinti trafugati sono di grandi dimensioni. Ma la fantasia dei trafficanti è davvero sfrenata. E così ci sono confessionali antichi che vengono trasformati in mobili bar o librerie, le acquasantiere in piccole fontane per arredare, le colonnine degli altari in ornamenti per le ville, i tabernacoli in porta liquori e via dicendo. I ricettatori italiani agiscono sempre meno isolatamente. Anzi, hanno stretto alleanze con i loro colleghi stranieri: dispongono così di basi operative oltre confine, da dove si smerciano le opere provenienti dall’Italia. I pezzi rari viaggiano nei modi più disparati: nascoste sui Tir tra gli arredamenti di famiglie che traslocano in altre nazioni, sull imbarcazioni da diporto, nelle intercapedine di camper e roulotte, in camion frigoriferi, sui treni internazionali occultati in sacche o valige sistemati in altri compartimenti rispetti a quelli delle persone che li trasportano