Papa Francesco si presenta«Non temete la tenerezza»

Speranza, tenerezza, cura dei più deboli e responsabilità. Sono i temi toccati da Papa Francesco nell'omelia di inizio pontificato, martedì in piazza San Pietro nel giorno dedicato a San Giuseppe. Jorge Mario Bergoglio si è insediato davanti a 132 delegazioni straniere e centinaia di migliaia di fedeli.
Papa Francesco si presenta«Non temete la tenerezza»

Monza – Speranza, tenerezza, cura dei più deboli e responsabilità. Sono i temi toccati da Papa Francesco nell’omelia di inizio pontificato, martedì in piazza San Pietro nel giorno dedicato a San Giuseppe. Jorge Mario Bergoglio si è insediato davanti a 132 delegazioni straniere e centinaia migliaia di fedeli.
In mattinata, il papa ha salutato la folla che ha riempito la piazza e tutte le vie limitrofe dalla papamobile. Ha ricevuto anche l’anello piscatorio, che non sarà d’oro ma d’argento. E ha rivolto una preghiera speciale ai suoi connazionali riuniti alla cattedrale di Buenos Aires, secondo quanto riporta la stampa argentina, in una telefonata diffusa in piazza de Mayo.

«Cari fratelli e sorelle ringrazio il Signore di poter celebrare questa Santa Messa di inizio del ministero petrino nella solennità di San Giuseppe, sposo della Vergine Maria e patrono della Chiesa universale. È una coincidenza molto ricca di significato ed è anche l’onomastico del mio venerato predecessore, gli siamo vicini con la preghiera, piena di affetto e di riconoscenze», sono state le prime parole con riferimento a Benedetto XVI.

I deboli – «Custodire la gente, aver cura di tutti, di ogni persona, con amore, specialmente dei bambini, dei vecchi, di coloro che sono più fragili e che spesso sono nella periferia del nostro cuore. Si deve avere cura l’uno dell’altro nella famiglia: i coniugi si custodiscono reciprocamente, poi come genitori si prendono cura dei figli, e col tempo anche i figli diventano custodi dei genitori».

La responsabilità – «Vorrei chiedere, per favore, a tutti coloro che occupano ruoli di responsabilità in ambito economico, politico o sociale, a tutti gli uomini e le donne di buona volontà: siamo custodi della creazione, del disegno di Dio iscritto nella natura, custodi dell’altro, dell’ambiente. Non lasciamo che segni di distruzione e di morte accompagnino il cammino di questo nostro mondo».

Il potere – «Non dimentichiamo mai che il vero potere è il servizio e che anche il Papa per esercitare il potere deve entrare sempre più in quel servizio che ha il suo vertice luminoso sulla croce. Gesù Cristo ha dato un potere a Pietro, ma di quale potere si tratta? Alla triplice domanda di Gesù a Pietro sull’amore, segue il triplice invito: pasci i miei agnelli, pasci le mie pecorelle. Non dimentichiamo mai che il vero potere è il servizio».

La speranza – «Anche oggi davanti a tanti tratti di cielo grigio, abbiamo bisogno di vedere la luce della speranza e di dare noi stessi speranza. San Paolo parla di Abramo, il quale credette, saldo nella speranza contro ogni speranza».

La bontà – «L’odio, l’invidia, la superbia sporcano la vita. Custodire vuol dire allora vigilare sui nostri sentimenti, sul nostro cuore, perchè è da lì che escono le intenzioni buone e cattive: quelle che costruiscono e quelle che distruggono. Non dobbiamo avere paura della bontà, anzi neanche della tenerezza».

Custodire – «Il Papa per esercitare il potere deve entrare sempre più in quel servizio che ha il suo vertice luminoso sulla Croce, deve guardare al servizio umile, concreto, ricco di fede, di San Giuseppe e come lui aprire le braccia per custodire tutto il Popolo di Dio e accogliere con affetto e tenerezza l`intera umanità, specie i più poveri, i più deboli, i più piccoli, quelli che Matteo descrive nel giudizio finale sulla carità: chi ha fame, sete, è straniero, nudo, malato, in carcere. Solo chi serve con amore sa custodire».