Paderno Dugnano – Rimangono gravissime le condizioni di almeno quattro dei sei lavoratori rimasti feriti nello scoppio della Eureco di Palazzolo. I più gravi, Salvatore Catalano, Leonard Shesu e Sergio Scapolan sono stati ricoverati a Niguard, a Genova e a Torino dove sono già stati sottoposti ai primi interventi chirurgici nel tentativo di salvare loro la vita. Catalano, ricoverato con ustioni sull’85% della superficie corporea ha trascorso la settimana in coma farmacologico e sottoposto a ventilazione assistita. Restano gravi le condizioni generali a causa di una insufficienza multi-organo tipica delle fasi successive allo shock da ustione.
A metà settimana è stato sottoposto al primo intervento di escarectomia e di tracheostomia chirurgica. Ancora più disperate le condizioni di Shesu, 37 anni, anche lui ricoverato in Terapia intensiva per bruciature che ricoprono il 90% del corpo. Anche il cittadino albanese si trova in coma farmacologico e sottoposto a respirazione assistita. Giovedì è stato sottoposto a una nuova operazione di escarectomia, dopo un primo intervento di riparazione effettuata con cute messa a disposizione da un donatore.
Altri due feriti sono ricoverati a Niguarda e le loro condizioni appaiono sotto controllo: Erjon Nezha, portato al Centro Ustioni con il 35% del corpo ricoperto da bruciature, il paziente respira in maniera spontanea senza bisogno di assistenza. Perdura lo stato febbrile ma è emodinamicamente stabile. Probabile che il primo intervento chirurgico venga effettuato solo nelle prossime settimane. L’ultimo lavoratore del Niguarda, Kasem Xhani è ustionato al 25 per cento, respira senza assistenza e le sue condizioni si sono stabilizzate.
Da martedì non è più in prognosi riservata e anzi ha cominciato a interagire con i familiari e con i medici. Si attenderà ancora qualche giorno prima di fissare la data dell’intervento chirurgico di ricostruzione. A metà settimana è stato sottoposto a medicazione sotto l’effetto della sedazione. Dopo la sedazione è proseguito lo stato febbrile e la naturale condizione di spossatezza post-operatoria. Rimangono critiche le condizioni dei pazienti ricoverati a Genova e a Torino. All’ospedale civile Sanpierdarena di Genova giace l’altro italiano coinvolto nello scoppio, Sergio Scapolan di 63, operaio anziano e capo-squadra al momento dello scoppio. Le piaghe ricoprono più dell’80% del suo corpo e i medici della struttura del capoluogo ligure ritengono inutile e persino dannoso intervenire, finché le condizioni fisiologiche non si saranno stabilizzate un minimo.
La respirazione rimane assistita, in situazione costante di coma indotto. Sesto e ultimo ricoverato, Harun Zekiri che si trova in un letto del Centro Grandi Ustionati di Torino e il suo stato rimane appeso tra la vita e la morte. E’ in via di guarigione Ferit Meshi, l’unico operaio rimasto ferito solo alle mani, nel tentativo di salvare Leonard Shesu. Ferit si era procurato ferite ad entrambe le mani trascinando Leonard fuori dalle fiamme, prima che sul posto arrivassero i volontari della Croce Rossa e, successivamente, l’elisoccorso da Niguarda.
Pier Mastantuono