Desio – Inquirenti al lavoro in queste ore per cercare di dare un volto ai killer che ieri pomeriggio hanno freddato con diversi colpi di pistola Paolo Vivacqua, 51 anni, ucciso nel suo ufficio, in via Bramante a Desio.I carabinieri di Desio e di Monza, coordinati dal pm Donata Costa, stanno ascoltando diverse persone in caserma, tra cui i tre figli dell’uomo. Restano aperte tutte le piste. Anche se il delitto ha tutto l’aspetto di un vero e proprio regolamento di conti.
Vivacqua era titolare di diverse società attive nel campo della rottamazione, consulenze finanziarie e compravendite di terreni e immobili. Originario di Agrigento, aveva piccoli precedenti per reati in materia fiscale. Risultava residente in Svizzera, ma domiciliato a Carate Brianza. E a Desio, a quanto pare, passava gran parte della sua giornata, tra lavoro e tempo libero. Aveva un ufficio, sotto i portici dei palazzoni di via Bramante e piazza Giotto, all’ingresso della frazione San Giorgio. “Lo vedevamo tutti i giorni, una persona normale, ci salutavamo cordialmente” dice un residente del popoloso caseggiato.
“Siamo sconvolti”. Proprio nel suo ufficio ieri pomeriggio si sono presentati gli assassini. Secondo una prima ricostruzione, i killer (due o più) dopo essere entrati nel locale a piano terra, con una grande vetrina che si affaccia sulla piazza, hanno estratto la pistola e gli hanno sparato almeno 5 o 6 colpi, mentre l’imprenditore era al telefono. Gli assassini sono poi spariti nel nulla. Sembra che nessuno abbia visto. Il bar a fianco dell’ufficio, solitamente molto frequentato dagli abitanti della zona, ieri aveva le saracinesche abbassate, perchè era giorno di chiusura. Vivacqua, a quanto pare, era solo al lavoro.
A trovare il cadavere riverso sulla scrivania è stata la compagna, verso le 16, preoccupata perchè l’uomo non rincasava. Subito è stato lanciato l’allarme. Sul posto sono arrivati i carabinieri di Desio, guidati dal capitano Cataldo Pantaleo. In piazza Giotto, mentre piano piano calava il buio, sono arrivati anche parenti e amici della vittima. E i residenti dei palazzoni. Non sono mancati momenti di tensione, con minacce ai giornalisti e ai fotografi, a cui è stato chiesto di allontanarsi.
Paola Farina