Noleggiava i figli ai pedofiliper comprare droga

Lissone, ambulante clandestinoarrestato durante il mercato
Lissone, mercato

Monza – Aver "venduto" due bimbi di 6 e 3 anni a bande di pedofili che giravano filmini hard, e con i soldi ricavati comprarsi la droga. Un’accusa da far venire i brividi. Ancora di più, se rivolta contro una madre, una trentacinquenne brianzola finita sotto processo al tribunale di Monza, per rispondere della grave accusa di concorso in violenza sessuale aggravata su minori. I fatti contestati risalgono al 1999, quando l?imputata, che all’epoca viveva in uno stabile degradato di via Salvadori, strada periferica della città, soffriva di problemi di tossicodipendenza, aveva il marito detenuto in carcere e due bambini piccoli.

Secondo le accuse contestate dal sostituto procuratore Flaminio Forieri, la donna avrebbe concesso a pagamento i suoi due figli, un maschietto ed una femminuccia di tre anni più giovane, ad alcuni uomini rimasti sconosciuti, i quali li avrebbero costretti a compiere atti sessuali, anche incestuosi, davanti alla telecamera. I filmati, sarebbero poi stati immessi nel mercato della pornografia minorile. La prima a sospettare di qualcosa fu la zia dei due poveri bambini, che un giorno vide i piccoli giocare tra loro con alcuni preservativi, soli in mezzo alla sporcizia. La cosa venne segnalata agli addetti del comune di Monza, costituitosi parte civile nel processo, rappresentato dall’avvocato Monica Gnesi, nell’interesse dei minori. Gli operatori dei servizi sociali fecero levare l’affido dei bambini alla donna, dopo aver operato alcuni accertamenti, e informarono i magistrati della procura. Gli inquirenti cercarono di ricostruire i fatti, attraverso una serie di interrogatori condotti da uomini e donne della polizia giudiziaria, componenti del pool di ufficiali specializzati in indagini su reati sessuali. A raccontare di orge ed altre nefandezze compiute con la sorella, e con "altri bambini", è stato il maschio. Il piccolo ha parlato appunto di uomini, sia italiani che stranieri, che filmavano le orribili scene. Nel 2000, i piccoli sono stati affidati ad una nuova famiglia. I genitori adottivi, hanno prestato testimonianza protetta lunedì davanti al collegio presieduto dal giudice Italo Ghitti.

Il tribunale ha predisposto tutte le cautele perché i nuovi genitori non fossero riconosciuti dalla madre naturale. Quest’ultima nel frattempo, sarebbe uscita dal tunnel della droga, e ha avuto altri figli. Il processo, ancora alle battute iniziali, è stato rinviato al 15 aprile. In quella data è prevista l’audizione di altri testi dell’accusa.
Federico Berni