Vedano al Lambro – Si svolgerano venerdì 9 settembre a Vedano i funerali di Salvatore Licitra, il tenore svizzero di origini siciliane morto il 5 settembre, dopo nove giorni di agonia, all’ospedale Garibaldi di Catania, dove era giunto lo scorso 27 agosto in condizioni gravissime a seguito di un incidente con lo scooter avvenuto a Scicli, in provincia di Ragusa. Licitra – i cui familiari risiedono a Vedano – avrebbe perso il controllo del mezzo, sul quale viaggiava insieme alla fidanzata, a causa di un malore. Gli organi dell’artista, che era nato a Berna il 10 agosto 1968, sono stati donati dalla famiglia. Voce limpida e possente, Salvatore Licitra era nato in Svizzera da genitori siciliani, e aveva iniziato la sua carriera artistica a 19 anni, studiando all’Accademia musicale di Parma, dove seguì i Corsi Verdiani. Dall’Emilia il passo alla Scala di Milano fu breve.
Considerato da molti l’erede di Luciano Pavarotti. E proprio nel 2002 il tenore scomparso oggi sostituì “big Luciano” alla Metropolitan Opera di New York in Tosca, riscuotendo l’enorme apprezzamento da parte del pubblico d’oltre oceano. Licitra si trovava in vacanza nel Ragusano per ricevere un premio ai “Ragusani nel mondo”. “Ferisce la sua scomparsa nel pieno della carriera”. E’ quantoscritto dal Teatro alla Scala dopo la sua morte. “Insieme a tutto il mondo dell’Opera anche la Scala è in lutto per la scomparsa di un artista che con il nostro teatro ha intrecciato più di dieci anni della sua storia personale”.
“Dalla stagione 1998-1999, in cui aveva debuttato con La forza del destino di Verdi, sotto la direzione di Riccardo Muti, Licitra – ricorda il Teatro – aveva calcato più di sessanta volte il palcoscenico della Scala. Era stato Don Alvaro anche nella tournée a Tokyo del ’99, poi Riccardo in Ballo in maschera, Manrico in Trovatore, Macduff in Macbeth, sempre sotto la direzione di Riccardo Muti, Cavaradossi in Tosca nel 2002-2003, Radames in Aida nelle tournée di Tokyo e Buenos Aires del 2009 e 2010, sotto la bacchetta di Daniel Barenboim, recentemente Turiddu in Cavalleria rusticana, con Daniel Harding sul podio. Tenore drammatico, di forza, Licitra rappresentava la scuola e la tradizione del canto italiano, nel suo naturale rapporto con la parola”.