Il mondiale del Coronavirus ha disputato la sua prima qualifica, in Austria, ed è subito choc Ferrari. Si sapeva che la Mercedes non avrebbe avuto rivali. Si sapeva anche che la Red Bull, soprattutto sulla pista di casa, sarebbe stata lì, a insidiare le frecce d’argento diventate nere per dire “no” al razzismo. E si poteva anche supporre, dopo le prime prove libere, che la Racing Point – la ex Force India che il miliardario canadese Lawrence Stroll ha acquistato per far correre suo figlio Lance in coppia col messicano Sergio Perez – avrebbe potuto essere abbastanza competitiva vista l’acquisizione del materiale Mercedes della passata stagione. Un po’ come aveva fatto tanti anni fa il padre, anche lui miliardario sempre in dollari, del messicano Hector Rebaque che aveva ricevuto in regalato nella stagione 1979 le Lotus con cui Mario Andretti aveva vinto il mondiale 1978.
Ma quel che i tifosi della Ferrari non si sarebbero mai aspettati era di vedere in qualifica, davanti alla Rossa di Charles Leclerc, non solo la Red Bull di Verstappen e la Racing Point di Perez ma anche la McLaren di Norris e l’altra Red Bull di Albon con la McLaren di Sainz e Lance Stroll a un decimo dal pilota di Maranello. E, choc nello choc, assistere all’uscita nel Q2, con l’undicesima posizione, della Ferrari di Sebastian Vettel, autore di un errore nell’ultimo tentativo.
Ora, la Ferrari potrà anche vincere la corsa, magari per una serie di circostanze fortunate, in formula 1 è capitato altre volte, ricordo ad esempio la vittoria di Ricardo Patrese nel 1982 a Montecarlo e quella di Olivier Panis, sulla stessa pista nel 1996, con la Ligier. Ma oggi, l’analisi della qualifica del GP d’Austria non può portarmi a conclusioni ottimistiche né per la gara di domani né per il futuro, come si vuol far trapelare da Maranello parlando delle modifiche che entreranno in linea nel G.P. d’Ungheria il 2 agosto, dopo la seconda gara austriaca. Perché se una macchina prende un secondo su un tracciato veloce da un minuto al giro con 8-10 km di velocità in meno sui rettilinei, sulla seconda pista più lenta del mondiale come potrà recuperare quel distacco che in formula 1 viene definito “una vita”?
A questo punto, visto che il nuovo regolamento tecnico è slittato al 2022, la Ferrari deve cominciare a lavorare per una vera rivoluzione che deve avere la presidenza impegnata in prima persona. La Ferrari è un’eccellenza italiana, è il simbolo del nostro automobilismo sportivo, l’umiliazione patita su questa pista austriaca va lavata in fretta con drastica decisione. Che sarebbe quella di stanziare i finanziamenti necessari per riportare la Rossa in alto non solo in conferenze stampa ma in pista, con iniezioni di danaro che consentano l’acquisizione dei “cervelli” tecnici adatti a una competizione di grande livello qual è un mondiale di formula 1.
I tecnici che lavorano per la realizzazione delle monoposto di Maranello, per anni hanno avuto a disposizione l’esperienza e la bravura di Rory Byrne, il progettista delle macchine vincenti di Michael Schumacher. Pare che i suggerimenti di Rory Byrne da anni vengono ignorati o,peggio ancora, non vengano richiesti. Suscitando il sospetto che la parola umiltà a Maranello non sia prerogativa regnante.
I tempi:
1. Valtteri BOTTAS Mercedes 1:02.939
2. Lewis HAMILTON Mercedes +0.012
3. Max VERSTAPPEN Red Bull Racing +0.538
4. Lando NORRIS McLaren +0.687
5. Alexander ALBON Red Bull Racing +0.929
6. Sergio PEREZ Racing Point +0.929
7. Charles LECLERC Ferrari +0.984
8. Carlos SAINZ McLaren +1.032
9. Lance STROLL Racing Point +1.090
10. Daniel RICCIARDO Renault +1.300