Bernie Ecclestone non riesce a stare lontano dai circuiti di Formula 1. E, per il mese di ottobre dopo il gran premio d’Italia Monza e probabilmente dopo il gran premio di Toscana al Mugello (e, magari, anche dopo il gran premio di San Marino a Imola), l’ex proprietario del Circus vuole patrocinare una splendida cerimonia all’Autodromo nazionale brianzolo per ricordare i cinquant’anni della morte di Jochen Rindt il pilota austriaco della Lotus morto il 5 settembre 1970 nelle qualificazioni del G.P. d’Italia poi vinto da Clay Regazzoni con la Ferrari.
Il popolare Bernie era il manager di Rindt che divenne campione del mondo postumo perché nessun pilota riuscì a superare il duo punteggio. A Monza Ecclestone porterà le macchina che Rindt ha guidato, e Jochen verrà ricordato con una serie di cerimonie alle quali parteciperanno, probabilmente, i piloti che corsero con lui: da Jackie Stewart, che era il grande amico del plota austriaco, a Emerson Fittipaldi, da Jacky Ickx a Jack Oliver ad Andrea De Adamich. Non vi sarà, invece, Nina la moglie del pilota che ha già manifestato più volte la volontà di non venire mai più sulla pista dov’è morto il marito.
Pilota aggressivo e molto veloce, Jochen Rindt debuttò in F1 nel 1964 vincendo il suo primo gran premio nel 1969. Nel 1970, prima del fatale incidente, vinse 5 gare. A Monza, durante le qualifiche del sabato, perse il controllo della vettura che improvvisamente deviò verso sinistra appena prima della curva Parabolica, andando a urtare violentemente contro il guard-rail. La vettura si disintegrò e Rindt morì sul colpo. Le cause dell’incidente non furono mai accertate ma probabilmente sì trattò di un cedimento strutturale o all’impianto dei freni o di una sospensione.