Monza – «O i lavori riprendono subito o noi rescindiamo il contratto e affidiamo i lavori ad un’altra impresa», l’amministrazione comunale, tramite le parole del vicesindaco, Marco Meloro, non accetta più scuse da parte del consorzio che ha in appalto i lavori per la costruzione del tunnel via Buonarroti-viale delle Industrie.
A quanto risulta, infatti, non erano i problemi legati ai ritardi nei pagamenti da parte del Comune (che ha pagato il saldo avanzamento lavori con ritardi contenuti rispetto ad altri cantieri: 30 giorni), la causa dell’interruzione dei lavori in questo importante cantiere cittadino.
«Esistono grossi problemi tra appaltatore e subappaltatori , è questa la verità: noi abbiamo pagato il saldo avanzamento lavori, ma il cantiere resta fermo» dichiara l’assessore al Bilancio, Marco Meloro. Il vicesindaco monzese da tempo ha il sospetto che il ritardo (per altro non clamoroso) nei pagamenti non fosse il vero motivo a seguito del quale l’impresa ha interrotto i lavori.
L’atteggiamento dell’impresa non è stato dei più incoraggianti, nelle ultime settimane ha dato più volte dimostrazione di non riuscire a continuare i lavori e l’ultimo esempio c’è stato settimana scorsa: «Giovedì dovevano presentarsi in cantiere per concordare la riapertura dei lavori, ma non si è presentato nessuno, noi non intendiamo tollerare oltre, è un cantiere troppo importante per la città per rimanere fermo» spiega Meloro. In questo caso ci sarebbero tutti i presupposti per rescindere il contratto e affidare i lavori ad un’altra impresa.
La situazione di viale delle Industrie che, dopo i continui stop ai lavori sta accumulando un notevole ritardo sul cronoprogramma, è particolarmente delicata anche per il fatto che da qui passano delle linee di trasporto pubblico molto frequentate che devono quotidianamente fare il giro per San Rocco per attraversare viale delle Industrie per passare dalla parte opposta di via Buonarroti.
Anche per questo motivo l’assessore ai Lavori pubblici, Osvaldo Mangone, aveva dichiarato che gli uffici stavano studiando un modo per aprire anticipatamente la rotonda in superficie, proprio per ovviare alle complicazioni causate dal prolungarsi dei lavori in questo cantiere.
Mangone aveva anche intenzione di chiedere i danni all’impresa per la pessima qualità dei lavori della canna del tunnel costruita. Sotto accusa ci sono gli asfalti che non sarebbero stati posati nel migliore dei modi da parte dell’impresa.
Andrea Trentini