Monza – La crisi economica e la precarietà sul luogo di lavoro mette in crisi le donazioni di sangue. E’ il dato sorprendente che emerge dall’analisi del numero delle donazioni effettuate da gennaio a giugno. “Nello stesso periodo del 2010- conferma il presidente di Avis provinciale, Roberto Saini- eravamo riusciti a raccogliere 24.516 sacche di sangue e plasma. Quest’anno le sacche raccolte sono state 24.262, ovvero 254 in meno”. In calo sono soprattutto le donazioni presso gli ospedali (288 in meno rispetto al 2010). “Il dato- prosegue Saini- si spiega in parte con la temporanea chiusura dell’ospedale di Vimercate per il trasloco dal vecchio al nuovo ospedale, ma soprattutto con il fatto che i donatori che lavorano scelgono sempre più spesso di donare il sangue il sabato e la domenica, quando i centri ospedalieri sono chiusi,evitando di chiedere permessi sul posto di lavoro”.
È qui che entra in gioco la crisi economica e la precarietà di posti di lavoro: “Abbiamo donatori che hanno contratti a tipici e non vogliono chiedere permessi per donare il sangue- spiega Saini- altri che hanno appena cambiato posto di lavoro e temono di mettersi in cattiva luce assentandosi per una mattinata, i lavoratori autonomi preferiscono donmare nei fine settimana. Così in tanti preferiscono rivolgersi al centro “Vittorio Formentano”di Limbiate o ai centri di raccolta di Barlassina, Besana, Bernareggio, Giussano, Lazzate, Lentate, Meda e Seveso che hanno iniziato a restare aperti anche il sabato e una domenica al mese per facilitare la donazione dei lavoratori”. Nonostante il lieve calo di donazioni, il numero di donatori in Brianza è in aumento, si continua a raccogliere molto sangue soprattutto a Monza e Vimercate e tra i centri sul territorio è Besana a detenere il primato di raccolta con oltre 3 mila sacche.
“La nostra Avis provinciale raccoglie abbastanza sangue per coprire le esigenze del territorio- conclude Saini- nel 2010 abbiamo chiuso l’anno con 48.448 unità di sangue. Eppure, nonostante questo, l’ospedale San Gerardo è costretto ad acquistare ogni anno da Lecco 3500 sacche di sangue perché una parte del sangue raccolto in Brianza finisce a Milano e nei comuni della provincia milanese”. Tradotto in cifre significa che il san Gerardo che raccoglie 24500 sacche all’anno e ne consuma 28 mila, spende 158 euro per ogni sacca acquistata, ovvero circa 553 mila euro all’anno. “Il piano sangue della regione Lombardia- conferma Vittorio Giuffré, direttore del Centro trasfusionale di Monza- sembra non tenere conto della nuova provincia e ci obbliga ad acquistare sangue a Lecco e a cedere parte del sangue raccolto agli ospedali milanesi. Noi stiamo spingendo con Avis affinchè il sangue raccolto in brianza resti a disposizione del territorio”.
Al San Gerardo la carenza di sangue resta dunque una costante che si acutizza nel mese di agosto: “In concomitanza con il periodo di ferie- conferma Giuffré- siamo sempre carenti di sangue, ma si tratta di un fatto comune a tutti i centri in Italia. Al san Gerardo si raccoglie molto sangue, ma se ne consuma anche molto. Le anestesie, la traumatologia, il pronto soccorso arrivano a consumare anche 40 sacche di sangue al giorno per i pazienti più gravi”.
Rosella Redaelli