Monza, sanatoria colf e badanti210 richieste di regolarizzazione

Monza, sanatoria colf e badanti210 richieste di regolarizzazione

Monza – Sono state 210 le richieste di regolarizzazione per colf e badanti inoltrate dall’ufficio stranieri del Comune. Un risultato contenuto, me che soddisfa i responsabili, impegnati in queste ultime settimane in un vero tour de force. Infatti, nonostante la sanatoria si sia aperta il primo settembre, i terminali del Comune sono stati abilitati solo due settimane più tardi, e così la prima pratica è stata inoltrata solo il 13 settembre.

«Il protocollo stipulato dal ministero dell’Interno con l’Associazione nazionale dei comuni italiani (Anci), per abilitare i terminali degli uffici comunali, è stato sottoscritto il 31 agosto, poi sono servite altre due settimane per ottenere le chiavi di accesso per gli operatori», spiegano all’ufficio stranieri. Complicata anche l’organizzazione del lavoro, dal momento che ogni comune ha deciso di organizzarsi in modo autonomo, non essendo stata prevista un’unica modalità di raccolta dei dati.

«Monza se l’è cavata egregiamente – spiega Latif Mahri, del Cesis- il nostro scopo era quello di facilitare i cittadini e aiutarli a risolvere nel minore tempo possibile i loro problemi, seguendo le famiglie nel percorso burocratico fino alla fine». Due settimane di super lavoro, dunque, durante le quali gli sportelli di piazza Carducci sono rimasti aperti tutti i giorni, compreso il sabato mattina. Oltre all’ufficio stranieri era possibile procedere alla regolarizzazione dei propri collaboratori domestici anche rivolgendosi ai patronati. Alcuni (pochi per la verità) hanno preferito fare da sé, provvedendo a scaricare il modulo e compilarlo autonomamente.

«I primi a mettersi in regola sono stati gli anziani – continua Latif – che si sono messi in coda già nei primi giorni». Le domande più frequenti riguardavano i costi dei contributi che d’ora in poi andranno versati per il lavoratore. La cifra forfettaria di 500 euro, infatti, serviva a coprire il pagamento all’Inps per il trimestre da aprile a giugno. Moldavi e ucraini sono stati i più presenti tra i lavoratori regolarizzati, seguiti da russi, peruviani e magrebini. Per la quasi totalità dei casi si è trattato di donne che svolgono mansioni di badante a tempo pieno.

Non sono mancate anche le stranezze. «Alcuni – continua Mahari – si sono presentati con la ricevuta di pagamento del certificato medico di 35 euro. Un documento inutile e soprattutto una cifra in più e vergognosa, che è andata a pesare sulle tasche dei più deboli».
Sarah Valtolina