Monza, omicidio Monguzzia giorni decisione sul fratello

Attesa a giorni la decisione del pm Vincenzo Nicolini, sull'eventuale richiesta di rinvio a giudizio di Emilio Monguzzi, il pensionato 65enne di via Volta accusato dell'omicidio della sorella Elvira, avvenuto nell'estate di due anni fa.
Monza, omicidio Monguzzia giorni decisione sul fratello

Monza – E’ attesa in questi giorni la decisione del pm Vincenzo Nicolini, sull’eventuale richiesta di rinvio a giudizio di Emilio Monguzzi, il pensionato 65enne di via Volta accusato dell’omicidio della sorella Elvira, avvenuto nell’estate di due anni fa. Il magistrato potrebbe chiedere di andare a processo, nonostante l’indagine condotta in questi due anni abbia fatto registrare due pronunce sfavorevoli alla procura sia al tribunale del Riesame, che in Corte di Casazione.

Il pm alla Suprema Corte per ribaltare il provvedimento precedente del tribunale del Riesame, che di fatto smontava l’impianto accusatorio costruito nei confronti di Emilio Monguzzi. Ma anche la prima sezione penale, presieduta dal giudice Umberto Giordano, non aveva risparmiato però un duro colpo all’inchiesta. Il Riesame non si era solo pronunciato per l’insussistenza delle esigenze cautelari, andando contro le richieste del pm, che chiedeva l’arresto dell’uomo, ma aveva criticato il lavoro degli inquirenti. Secondo procura e carabinieri, infatti, il fratello avrebbe assassinato la donna in preda ad un raptus.

Le prove addotte dagli inquirenti, consisterebbero in alcune macchie di sangue rinvenute sui pantaloni che indossava il giorno della scoperta del cadavere di Elvira Monguzzi, oltre al contenuto di alcune intercettazioni telefoniche ed ambientali. L’uomo, parlando fra sé e sé, sembra secondo la procura ammettere l’uccisione della sorella. Il Riesame, però, aveva dato una diversa lettura, ripresa anche dai giudici della Cassazione: “ne viene data una ricostruzione congrua e logica, quella di una versione intimistica, come se l’indagato parlasse tra sé per farsi una ragione delle accuse che gli vengono rivolte”.

Come avevano detto i giudici del Riesame, insomma, Monguzzi si fa “un film in testa” della vicenda. La difesa di Monguzzi, condotta dagli avvocati Anna Casiraghi e Cristiano Viale, aveva inoltre messo in crisi anche le accuse relative alle macchie di sangue trovate sui pantaloni del fratello il giorno dell’omicidio, attraverso una battaglia legale condotta a colpi di perizie scientifiche.

Escluso anche il possibile movente economico, visto che Monguzzi sembra potesse contare su una comoda situazione finanziaria personale. Sullo sfondo, resta poi la pista della donna brasiliana, conoscente della vittima, che durante gli interrogatori dei carabinieri ha dato cinque versioni diverse circa i suoi spostamenti all’epoca del fatto. Pista “inspiegabilmente trascurata”, secondo l’autorità giudiziaria.
Federico Berni