Monza, il clan spadroneggiavaBancaria comprata con la coca

Mentre è previsto per giovedì il primo faccia a faccia tra Giuseppe Esposito ei magistrati, emergono nuovi particolari sulla gestione criminale di Monza parte della camorra: rapine, furti, ma anche cessione gratuita di droga in cambio di trattamenti di favore.
Monza, il clan spadroneggiavaBancaria comprata con la coca

Monza – E’ previsto per giovedì il primo faccia a faccia tra Giuseppe Esposito ei magistrati. L’interrogatorio di garanzia di Peppe ‘o Curt, detto anche Zio Peppe o Padre Pio, è stato fissato per oggi davanti al gip del tribunale di Cremona Guido Salvini, il magistrato salito recentemente agli onori delle cronache per essere il firmatario delle ordinanze sullo scandalo calcio sommesse. Esposito, infatti, è stato portato al carcere cremonese.

Intanto, continuano a emergere nuovi particolari sulle attività illecite del clan a Monza. Era il bar Mamo’s, dietro il vecchio carcere di Monza, il quartier generale di ‘Zio Peppe’. Ai tavolini del bar vicino alle case popolari di via Pisacane, venivano discusse le attività dell’organizzazione sgominata dall’operazione Briantenopea. Si parlava di armi, avvenivano gli incontri tra ‘Zio Peppe’ (detto anche Padre Pio) e personaggi vari, dall’ex assessore Giovanni Antonicelli, fino al boss dei quartieri spagnoli di Napoli Mario Savio.

Diversi i reati contestati a Monza città, a partire da una rapina messa a segno al bar ‘Canon d’Oro’ di via Campanella, sempre a due passi dalla vecchia struttura carceraria di via Mentana, e il tentativo di rapina ai danni del negozio di abbigliamento ‘Gran Bazar’ di viale Stucchi. Reati contestati a Govanni Marcì, Salvatore Pagana, Cosimo Dicembre, Giuseppe Esposito (per quanto riguarda il colpo al bar) e ancora a Giovanni Marcì e Aniello Bossone relativamente al fatto di viale Stucchi. Nel primo caso (risalente al marzo 2010), Esposito e Dicembre sono indicati come i mandanti della rapina, che aveva fruttato qualche migliaio di euro e diversi buoni pasto.

E’ del 16 febbraio dello scorso anno, invece, il furto commesso ai danni del negozio Fix Design in piazza San Paolo. In questo caso, due degli indagati, Ciro Russo e Giovanni Gallotti, si sarebbero sostituiti ai dipendenti di una società di consegne, traendo in inganno sia i veri lavoratori della Bartolini, sia i responsabili del negozio, ai quali hanno rubato uno stock di vestiti griffati.

E’ monzese, infine, la funzionaria di banca, addetta all’apertura di finanziamenti che l’organizzazione avrebbe ‘comprato’, offrendo cocaina in cambio di un atteggiamento di riguardo nei confronti delle pratiche che venivano sottoposte alla sua attenzione da Alessandro Corea, “il punto di riferimento- secondo i magstrati- all’interno dell’organizzazione, per quanto concerne le questioni finanziarie”.
F. Ber.