Monza – «L’ex assessore provinciale Antonino Brambilla è tornato in libertà»: arrestato a gennaio per presunta corruzione nell’ambito dell’inchiesta su Ponzoni e la sua “squadra”, il politico era agli arresti domiciliari. Ne ha data notizia il suo legale, Ivan Colciago.
«Il tribunale (collegio giudicante presieduto dal giudice Patrizia Gallucci) – ha spiegato il legale – ha accolto la mia istanza che chiedeva l’immediata remissione in libertà di Brambilla. Non per la scadenza dei termini della custodia cautelare, ma perché il giudice è entrato nel merito delle accuse che erano state mosse al mio assistito».
In particolare, smontata la tesi su una presunta contropartita all’ex assessore per il cambio di destinazione di aree – un’abitazione gratis per la figlia, a Cabiate -. Sergio Pennati, il grande accusatore nel Ponzoni Gate, durante il controesame di Colciago, ha detto che l’abitazione è stata regolarmente pagata: «duemila euro al metro quadrato». Il legale ha anche presentato documentazione che attesta pagamenti effettuati dalla figlia e dalla moglie dell’ex assessore. Stabilito inoltre che Brambilla, nell’ambito del Pgt di Desio, non avrebbe ”agevolato” il cambio di destinazione di un’area a favore del concessionario d’auto Pirola.
Brambilla resta indagato a piede libero nell’altra inchiesta su mattone e politica, Carate nostra, nata dall’omicidio di Paolo Vivacqua. Nell’ufficio di Desio, dove fu ammazzato, furono trovati documenti sui cui era annotata una contabilità sospetta che portò la Finanza ad arrestare sei persone tra i quali il consigliere comunale Pdl Maurizio Altobelli.