Meda, proposta choc della Cassina«Restiamo, ma tagli agli stipendi»

La Cassina rimarrà in Italia. Ma solo a fronte di grossi sacrifici da parte degli operai. E' questa la proposta che la direzione dell'azienda ha avanzato ai sindacati: stop al premio di produzione, tagli alla 14esima e sforbiciata alle retribuzioni degli straordinari.
Niente Romania per la CassinaA pagare il conto sarà l’indotto

Monza – Tra Cassina e sindacati il braccio di ferro è tutt’altro che finito. Si è svolta giovedì mattina l’ultima riunione – questa volta in Confindustria a Monza – tra le organizzazioni sindacali, le rsu aziendali e la dirigenza della Cassina. E la notizia è che Cassina ha proposto sì ai sindacati delle alternative all’esternalizzazione del reparto cucitura in Romania, ma gli umori in Cisl e in Cigl non sono certo buoni: «L’azienda – spiegano le organizzazioni sindacali – si era presa settimana scorsa del tempo per valutare soluzioni alternative alla Romania. Noi avevamo chiesto esplicitamente che questa non fosse individuata nelle cooperative che, a nostro parere, andrebbero di fatto a declassare il lavoro degli operai e non sarebbero, contrattualmente parlando, all’altezza del nome che Cassina si porta dietro ormai da anni e anni. Abbiamo anche chiesto di onorare i contratti in essere. La proposta che ci è stata fatta, in sostanza, è quella di annullare in un secondo quarant’anni di contrattazione collettiva aziendale».

La soluzione proposta da Cassina – come riferiscono i sindacati – è la seguente: riduzione a un terzo della somma dovuta ai lavoratori come 14esima, l’azzeramento del premio di risultato per due anni e un adeguamento del compenso straordinario: ogni ora in più rispetto all’orario di lavoro base verrebbe pagata non più il 55% della paga oraria, bensì il 28%. «In sostanza, tutto quello che è stato fatto in questi quarant’anni verrebbe azzerato – aggiungono i sindacati – e questo non è ammissibile. Le sigle sindacali sono sempre disponibili al dialogo, così come i lavoratori si sono messi a disposizione per andare incontro alle esigenze dell’azienda di aumentare il fatturato e la marginalità di guadagno. Ma non così».

L’azienda Cassina si riserva di non fare alcuna dichiarazione fino a martedì 20 settembre, quando si dovrà prendere una decisione definitiva. «Ricordiamo che Cassina non è un’azienda in crisi e che è quella che ha la marginalità migliore di tutto il Gruppo Poltrona Frau» chiudono i sindacati. La diatriba va avanti dal giugno scorso quando l’azienda di mobili ha espresso la sua volontà di andare in Romania con tutto il reparto cucitura. Alternativa: spostare i contratti di alcuni lavoratori in cooperativa. Obiettivo: aumentare la propria marginalità di guadagno tagliando i costi. Le proposte non sono state accettate dai sindacati, dalle rsu e dai lavoratori, soprattutto perché, a fronte di queste, a dirigenza si era aumentata vertiginosamente il compenso del 60%.
Elena Sandrè