Macherio, lo stop ai musulmaniIl sindaco blinda la moschea

"Divieto di utilizzare l'immobile sito in via Toti 10, per usi anche culturali e assistenziali comunque costituenti espressione di una professione religiosa" e, in difetto, "sgombero coattivo di persone e apposizione di sigilli": è il testo con cui il sindaco di Macherio blinda la moschea.
Macherio, lo stop ai musulmaniIl sindaco blinda la moschea

Macherio – “Divieto di utilizzare l’immobile sito in via Toti 10, per usi anche culturali e assistenziali comunque costituenti espressione di una professione religiosa” e, in difetto, “sgombero coattivo di persone e apposizione di sigilli”. La Polizia locale eserciterà idonea vigilanza in diretta collaborazione con il locale comando dei carabinieri, mentre “restano riservati al responsabile del servizio i provvedimenti di carattere edilizio, relativamente al cambio di destinazione d’uso”.

E’ il contenuto dell’ordinanza emessa mercoledì dal sindaco Giancarlo Porta nei confronti del Centro culturale “Pace Onlus” per la ben nota vicenda denominata “moschea”, riesplosa a seguito del blitz dei carabinieri che scovarono all’interno dell’immobile 55 persone intente a pregare. Nonostante l’ordinanza del Tar che poneva a 15 il limite di compresenza di persone all’interno dei locali. In settimana, Giancarlo Porta ha emesso un’ordinanza che di fatto ribadisce l’inibizione di utilizzo dell’edificio di via Toti “per interessi religiosi, e comunque per attività culturali e assistenziali di espressione di professione religiosa”. Il sindaco torna agli atti d’ufficio, “da cui risulta che l’ente suddetto ha commesso abusi edilizi nell’apportare le modifiche, anche strutturali, per destinare l’edificio al nuovo uso religioso”. Nell’ordinanza si precisa che “la localizzazione dell’edificio risulta in violazione dell’art. 72, L.R. n. 12/2005 e successive integrazioni, che ne consente l’ubicazione solo in aree destinate a standard urbanistici”, si prende atto del fatto che “l’immobile è utilizzato attualmente per funzioni religiose, in cui talora si concentrano decine di persone in preghiera” e che “oltre alle violazioni indicate, sulla base di relazione dei vigili del fuoco, allertati dal Prefetto di Milano, l’immobile non soddisfi i criteri generali della prevenzione incendi”.

L’ordinanza ritiene altresì che “allo stato non è verificata l’agibilità dei locali, al piano superiore dei quali abitano cittadini estranei all’attività sottostante”, situazione che arrecherebbe pericolosità così da “vietarne l’uso illegittimo anche nell’interesse dei frequentatori”. Nell’ordinanza si ribadisce in ultimo “la violazione dell’ordinanza 18 settembre 2007, nella parte in cui pone a cinque il limite di compresenza di persone all’interno dei locali, limite aumentato a quindici in via temporanea, dall’ordinanza Tar Lombardia, Sez. III” e che, “a fronte delle correnti notizie di stampa su gravi e ripetuti conflitti religiosi in Paesi islamici, possano insorgere in luogo contrasti ritorsivi tra persone di diversa fede religiosa, tanto più che proprio di fronte all’edificio in questione sorge una chiesa cattolica”.
Elisabetta Pioltelli