Lissone, i ladri svaligiano la casa«Ma ridatemi la spilla da alpino»

Lui e la moglie in sala a mangiare, i ladri nelle altre stanza a rubare tutto il possibile. E tra gli oggetti, anche la spilla d'oro con il cappello da alpino che gli aveva regalato la figlia. Ora Angelo Sala, di Lissone, è l'unica cosa che chiede indietro, e fa appello ai ladri: «Ridatemi la spilla».
Lissone, i ladri svaligiano la casa«Ma ridatemi la spilla da alpino»

Lissone – I proprietari in cucina a cenare, i ladri nelle stanze a cercare oro e preziosi. Ennesima disavventura in città per due pensionati la cui abitazione è stata visitata da malviventi senza scrupoli. Ed il bottino, questa volta, è stato particolarmente ingente, di valore anche affettivo. Ad essere colpito l’alpino Angelo Sala al quale i ladri hanno sottratto oggetti e preziosi, tra cui un distintivo in oro giallo rappresentante un cappello da alpino.
“Fu un regalo di ma figlia, fatto apposta su commissione e pertanto unico nel suo genere” racconta il lissonese “purtroppo i ladri non si sono fermati nemmeno di fronte a quello”. Il furto è avvenuto una sera della scorsa settimana, intorno alle 19.45, in via Mentana. “Mi trovavo in casa con mia moglie, ero appena salito dal giardino perchè mi aveva chiamato avvertendomi che la cena era pronta” afferma Sala “stavamo cenando. Nel frattempo i ladri hanno visitato le stanze portandomi via oggetti e preziosi in oro. Non abbiamo udito nulla, nessun rumore. Eppure erano lì a poche metri di distanza, saranno passati accanto a noi, ma non abbiamo percepito un minimo rumore”.
Forse utilizzando i pluviali, ignoti hanno raggiunto il primo piano della villetta, hanno forzato la finestra del bagno. Raggiunte le stanze da letto, hanno messo tutto a soqquadro, trovando bottino. “Me ne sono accorto solo quando sono andato in bagno” afferma Sala “ho visto la finestra aperta e ho chiesto a mia moglie se aveva deciso di far areare i locali. In quel momento abbiamo inteso che erano entrati i ladri”. Che non si sono arresi di fronte a serramenti robusti e doppi vetri. Non contenti, i ladri hanno raggiunto anche il piano rialzato dalla villetta (dove risiede il figlio, assente per lavoro), asportando portachiavi, collane e penne in oro. Nessuna traccia, nessun rumore. Chi ha agito ha avuto il tempo di arraffare i preziosi e fuggire.
“Il mio distintivo d’oro raffigurante il cappellino degli alpini? Quando non l’ho visto m’è mancato il fiato” prosegue il lissonese “lo indossavo con orgoglio nelle occasioni importanti, è stata la prima cosa che ho cercato quando ho capito che erano entrati i ladri…era un oggetto così singolare, unico. Un regalo di mia figlia. Una collanina sarebbe più commerciabile, invece hanno rubato anche quello. E francamente non ho molte speranze di ritrovarlo. E pensare che i ladri erano a due metri di distanza da me e mia moglie”.
Un altro furto in abitazione commesso alla presenza dei proprietari. Un fatto che fa tornare alla mente la disavventura capitata solo poche settimane fa ad una famiglia residente in via Baracca. Anche in quel caso, infatti, ignoti si erano introdotti nell’appartamento benché le luci di casa fossero accese, segnale inequivocabile della presenza dei familiari che, uditi alcuni rumori, avevano scovato tre balordi fuggire per il giardino.
Elisabetta Pioltelli