Lissone – Dieci mesi di ingiusta detenzione, tra carcere e arresti domiciliari. E’ questa la ‘strana storia’ di Adil Kadrani, 26 anni, immigrato marocchino, con precedenti legati allo spaccio di droga, assolto dalle gravi accuse di rapina e sequestro di persona per un episodio dello scorso gennaio. In quel mese, Kadrani venne arrestato, pochi giorni prima dell’udienza di un altro processo. Quello in cui figurava come parte offesa del reato di arresto illegale e lesioni: una vicenda giudiziaria che vedeva imputati due carabinieri, all’epoca dei fatti in servizio alla stazione di Lissone, un vicebrigadiere ed un carabinieri semplice.
I militari, che respingevano l’accusa sostenendo che Kadrani si era lasciato andare ad atti di autolesionismo in caserma, erano stati condannati poi dal giudice Alessandro Rossato alla pena finale di un anno. Il nordafricano era finito in manette in seguito al racconto di una donna rumena che frequentava il mondo degli spacciatori nordafricani dei ‘palazzoni’ di Lissone. Lo stesso ambiente in cui Kadrani viveva prima di cambiare città. La donna, 43 anni, aveva raccontato di essere stata sequestrata in macchina da un gruppo di magrebini e di essere stata rapinata di un telefono marca ‘Samsung’ sotto minaccia di una pistola mai trovata. La macchina con a bordo Kadrani era stata intercettata ed in seguita lungo la Milano Meda. Una volta bloccato, l’uomo, già noto per i suo i precedenti è finito dietro le sbarre. C’è voluta l’indagine difensiva condotta dall’avvocato penalista Maurizio Bono, per portare a galla la verità.
Alla fine, infatti. è emerso che sulla stessa accusatrice pende un procedimento giudiziario per calunnia nei confronti di un altro immigrato marocchino. Ma soprattutto, risalendo tramite schede telefoniche, è risultato che il telefonino che sarebbe stato sottratto alla donna, era in realtà di proprietà dello stesso Kadrani. Le accuse sono dunque miseramente crollate, tanto che lo stesso pubblico ministero ha chiesto in sede di conclusioni l’assoluzione. In questi mesi, però, l’uomo si è fatto carcere e arresti domiciliari. Secondo quanto ha riferito l’avvocato Bono, “a questo punto, non è esclusa l’azione legale per ingiusta detenzione”.
f. ber.