Limbiate – Sono arrivati nel tardo pomeriggio di mercoledì i venti profughi ospitati dal Comune di Limbiate nell’edificio di via Garibaldi 33 che fino al mese di luglio era occupato dal Noa (Nucleo operativo alcologia). Tutti uomini di nazionalità nigeriana di età compresa tra i 20 e i 30 anni, i migranti sono stati sistemati in modo più che dignitoso in camere quadruple nei locali ristrutturati in agosto dagli operai comunali. Ad accoglierli, oltre all’assessore Franca Basso e a due dipendenti dei servizi sociali, c’erano anche gli operatori della cooperativa Aeris, soggetto che, forte dell’esperienza già accumulata le scorse settimane nella zona del Vimercatese, si occuperà sia degli aspetti sanitari e burocratici che dell’attivazione del percorso di integrazione sociale con corsi di lingua italiana e l’utilizzo di un mediatore culturale. I profughi, nonostante fossero stanchi per il viaggio, hanno raccontato la loro esperienza. Tutti da anni erano in Libia a lavorare, ma la guerra civile scoppiata nel paese nordafricano li ha costretti alla fuga verso le coste di Lampedusa, dove sono sbarcati ad inizio agosto. Dopo aver trascorso qualche settimana nel centro di prima accoglienza dell’isola, mercoledì sono partiti alla volta del campo della Protezione Civile di Bresso per poi essere smistati su Limbiate. La durata della permanenza dei profughi in città è ancora sconosciuta, ma il Comune ha ottenuto in concessione gratuita l’edificio dall’Azienda ospedaliera Salvini di Garbagnate fino al 31 dicembre, scadenza prorogabile al 28 febbraio.
F.Cav.
Limbiate, venti profughinegli spazi dell’ex Noa
Venti profughi nell'edificio che fino al mese di luglio era occupato dal Noa, Nucleo operativo alcologia. Tutti da anni erano in Libia a lavorare, ma la guerra civile scoppiata nel paese nordafricano li ha costretti alla fuga verso le coste di Lampedusa.