Limbiate, rifiuta di pagare il pizzoPer punizione rapiscono il fratello

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Limbiate – Sette pakistani sono stati arrestati dai carabinieri della compagnia di Desio con l’accusa di estorsione. La banda aveva preso di mira un commerciante connazionale, chiedendogli di pagare il pizzo. Ma l’uomo, un trentaseienne titolare di un phone center, si è rifiutato. E i pakistani, per punirlo, hanno rapito suo fratello. Nel giro di poche ore, i carabinieri sono riusciti a liberarlo e ad arrestare i suoi sequestratori.

Il negoziante è stato avvicinato a metà agosto. Gli estorsori inizialmente gli hanno chiesto 500 euro. Dopo un mese, si sono rifatti vivi con una telefonata, chiedendogli molto di più, ben 75mila euro. Lui non ha nemmeno risposto alla richiesta. E gli estorsori, allora, sono passati alle maniere forti. Settimana scorsa hanno atteso il pakistano sotto casa, gli hanno chiesto di nuovo i soldi e poi lo hanno picchiato, strappando alla moglie la borsa con 800 euro. E mentre il commerciante è stato medicato in ospedale, i suoi connazionali hanno rapito il fratello, un giovane di 26 anni. Lo hanno caricato in auto e lo hanno portato a Cesano Maderno, alla Snia, tenendogli gli occhi bendati.

Il negoziante, non appena si è accorto del sequestro, si è precipitato dai carabinieri a denunciare la grave situazione. Così i militari hanno avviato subito le ricerche e grazie alla collaborazione della vittima, sono riusciti a rintracciare in poche ore la banda. Uno alla volta, i pakistani sono finiti tutti in manette e il ventiseienne sequestrato è stato liberato. Il giudice ha confermato i fermi: uno di loro è rimasto in carcere, gli altri 6 sono stati scarcerati ma sottoposti alla misura dell’obbligo di firma in caserma.
P.F.