Lentate sul Seveso – «Oltre ai continui ritardi, ai treni che fanno letteralmente schifo, alla costante soppressione delle corse, abbiamo anche le stazioni a frequentazione limitata». Iolanda Negri, capogruppo della lista civica d’opposizione “Lentate Futura”, torna a trattare il tema della stazione ferrovia di Camnago e lo fa con un pesante attacco all’indirizzo di Rfi. Punto di partenza è un comunicato stampa diramato dalla società, in cui giustifica l’impossibilità dei disabili di entrare in stazione attraverso il tornello di via XXIV Maggio, col fatto che la fermata di Camnago non è abilitata per i portatori di handicap, quella idonea più vicina è a Seregno.
«Stanno dicendo ai portatori di handicap di non fare tante storie e se vogliono viaggiare in treno, vadano pure fino a Seregno» tuona decisa Negri. Una cosa che ha dell’incredibile e di cui abbiamo chiesto chiarimenti proprio a Rfi. La società ha confermato che la stazione di Camnago non è abilitata per i disabili, dimenticando una cosa: il problema non è soltanto salire sul treno, comunque già di per sé gravissimo (un viaggiatore costretto su una carrozzina deve avvisare anticipatamente il personale), qui è precluso anche il banale attraversamento dei binari.
La richiesta di aprire un varco alternativo al passaggio a livello di via XXIV Maggio, era stata avanzata per agevolare le “fasce più deboli”, per evitare a pedoni, ciclisti, nonne e genitori che spingono un passeggino e chi è costretto su una sedia a rotelle di percorrere quasi quattro chilometri per raggiungere il centro del paese, ma in realtà non è proprio così. Come aveva dimostrato Angelo Campi del “Comitato dell’ex area Schiatti”, come avevano denunciato prima di lui il camnaghese Riccardo Meda e anche Antonio Vitiello del Fli, il tornello è un ulteriore muro per chi deve affrontare ogni giorno le barriere architettoniche. Come giustifica Rfi un’opera inutile proprio a chi in realtà doveva beneficiarne?
La replica: «L’ampiezza del cancello e le misure del tornello sono competenza dei tecnici». Ma i tecnici non sono forse di Rfi? «La fortuna di questi signori – conclude amareggiata Negri – è che i pendolari non hanno più nemmeno la forza di protestare e accettano passivamente qualsiasi cosa, compreso gli indebiti aumenti degli abbonamenti: tanto non vi sono alternative». Infine non manca una stoccata all’amministrazione comunale: «Di fronte a questa arroganza non ha proprio nulla da dire?».
Cristina Marzorati