Le sue ossa ritrovate 15 anni faSvolta per l’omicidio Sannino

Ucciso e fatto sparire, fino al ritrovamento delle sue ossa in un bosco di Mariano Comense. Un omicidio senza colpevoli, quello del seregnese Antonio Sannino, anche se ora, gli interrogativi sulla morte del giovane, sparito nel '96, potrebbero trovare risposta.
Le sue ossa ritrovate 15 anni faSvolta per l’omicidio Sannino

Seregno – Ucciso e fatto sparire, fino al ritrovamento delle sue ossa in un bosco di Mariano Comense. Un omicidio senza colpevoli, quello del seregnese Antonio Sannino, anche se ora, gli interrogativi sulla morte del giovane, sparito nel ’96, potrebbero trovare risposta.

La svolta potrebbe arrivare dalle dichiarazioni rese ai magistrati da Antonino Belnome, il primo degli ‘ndranghetisti orbitanti attorno al locale di Giussano e Seregno che ha deciso di collaborare con le autorità, riportate nell’ordinanza restrittiva che ha portato all’esecuzione de ll’Operazione Ulisse da parte dei carabinieri del Ros: 37 persone arrestate la scorsa settimane accusate a vario titolo di associazione mafiosa e altri reati.

Antonio Sannino, marmista di Seregno, aveva 19 anni quando scomparve da casa nel lontano 1996. Come riferiscono le cronache dell’epoca, le sue ossa furono scoperte nell’ ottobre del ‘ 97. Secondo gli investigatori, Sannino sarebbe rimasto vittima di un delitto maturato nell’ ambiente degli spacciatori di droga. Le ossa vennero trovate in due sacchetti di plastica nel bosco, forse dopo essere state disseppellite dal luogo in cui erano state inizialmente sotterrate.

Ossa rimaste per due anni senza nome, fino all’identificazione avvenuta nell’estate del 1999. Nell’interrogatorio del 2 febbraio 2011, Antonino Belnome parla a proposito dell’omicidio del diciannovenne, fratello di Sergio Sannino, già coinvolto nell’Operazione anti ‘ndrangheta del 2010, la ormai famosa inchiesta ‘Infinito’ che non ha ancora smesso di rivelare nuovi clamorosi sviluppi sul territorio brianzolo e non solo.

Ecco il passaggio delle dichiarazioni di Belnome: “Poi ci fu l’omicidio del fratello di Sannino Sergio, dove poi in seguito trovarono le ossa. Ecco questo mi è venuto in mente, perché lo sapevo … a parte che noi… dopo io lo sapevo, no? L ‘ho saputo in seguito io, ma però loro hanno sempre avuto i sospetti e questo se la videro Michele Cristello. Cioè l’artefice di questa situazione era Michele Cristello perché avanzava … ‘sto fratello di Sergio ritirava quantitativi di cocaina e poi spariva, non lo trovavano, non gli dava mai i soldi, era drogato anche lui. Insomma, li faceva uscire pazzi, finché di punto in bianco è sparito, e poi trovarono le ossa a distanza di tempo”.

Dunque Belnome, a proposito del presunto esecutore, fa il nome di Michele Cristello, 53 anni, nato a Mileto, in provincia di Vibo Valentia, ma residente a Giussano, arrestato la scorsa settimana nell’ambito dell’operazione Ulisse, coordinata dai magistrati della Dda milanese Ilda Boccassini, Alessandra Dolci e Cecilia Vassena. Durante l’interrogatorio il pm Dolci incolza il collaboratore: “Sannino Sergio disse che il responsabile della morte di suo fratello era Michele Cristello”. “Se la sono vista loro”, taglia corto Belnome, ” non mi spiegò nel dettaglio”.
F. Ber.